La propaganda di odio e le menzogne femministe

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  1. Deusfur
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    Qui il delirio di questa Madighelli:
    "Intanto desideravo ringraziarti per il coraggio di rompere anche tu il tabù del silenzio attorno a una realtà così taciuta e nascosta. Come hai imparato a tue spese, il femmicidio (*) è la punta dell’iceberg del potere maschile, ed essendo i maschi attentissimi a preservare il loro potere e il loro privilegio è ovvio che detestino che le cose siano chiamate col loro nome e attacchino in modo scomposto e rabbioso chi mette loro uno specchio in faccia, specie se sei una donna. Ne so qualcosa, credimi
    Volevo anche però, se mi permetti, metterti in guardia rispetto a degli equivoci sul tema, che anche con le migliori intenzioni potrebbero aprire spazi al negazionismo del femminicidio e i soliti capziosi sofismi con cui si tenta di silenziare le voci che tentano di rompere il silenzio attorno al femminicidio che è genocidio, come ci ricorda il grido nudo delle attiviste argentine del gruppo Fuerza artística de choque comunicativo www.ilfattoquotidiano.it/.../il.../3633719/
    Per prima cosa, lo so, ti sembrerà assurdo, ma smettiamo di chiamarla emergenza.
    Uno spunto di riflessione qui www.fanpage.it/.../la-violenza-sulle-donne-non.../
    Il Covid è una emergenza, il femminicidio non è una emergenza, ma una articolazione particolare di un preciso piano di dominazione che i maschi attuano contro le donne da millenni, ossia l’esercizio del dominio patriarcale. Il femmicidio accade all’interno di questo consapevole piano di dominazione. Se non si capisce il nocciolo del concetto di “femminicidio” , si rischia di non riconoscerne l'importanza e ridurlo a una fattispecie particolare di omicidio o di violenza perdendo di vista il fatto che ciò che caratterizza questa realtà è la consapevole pianificazione collettiva maschile dietro la violenza contro le donne, finalizzata alla sua oppressione.
    I maschi sono collettivamente responsabili dell’esistenza del patriarcato e quindi dei femminicidi per questo, come nei delitti di mafia sono i mafiosi collettivamente responsabili. Un altro prezioso spunto di riflessione su questo fondamentale aspetto lo trovi qui www.facebook.com/kelledda/posts/10156096246719370 .
    Se il femminicidio fosse un’emergenza, sarebbe come se un gruppo di maschi a caso, slegato negli interessi di mantenere dei privilegi da tutti gli altri maschi, fosse impazzito e uccidesse donne a caso aumentando il numero/anno. Come dovrebbe funzionare allora? Abbassi quel numero /anno e il femminicidio non sarebbe più un’emergenza, ossia smette di essere un problema? Davvero un concetto di questo tipo può rendere l’idea di cosa sia veramente “femmicidio” e “femminicidio” come da anni si cerca di far comprendere http://femminicidio.blogspot.com/ ?
    Credo sia essenziale quindi focalizzare bene questo punto: permettimi una ulteriore citazione da un articolo pregevole e miniera di ulteriori spunti di riflessione www.wumingfoundation.com/.../femminicidio-non.../
    “(...)Come ha spiegato la giapster detta_lalla, “Il femminicidio (inteso come apice di una relazione violenta) è strutturale, nel senso che la sua ragion d’essere risiede nel modo in cui la società è strutturata, a partire dal suo nucleo fondante: la famiglia eteronormata e eteropatriarcale. Le femministe dicono: «lo stupratore (o femminicida, o molestatore) non è malato, è il figlio sano del patriarcato.» I femminicidi avvengono a ogni latitudine, in ogni tempo, in ogni contesto culturale, in ogni strato sociale. Le ragioni di un femminicidio sono tutt’altro che individualistiche. Il femminicidio, epilogo di una relazione violenta – più o meno esplicita o riconosciuta – o di possesso, avviene quando l’oggetto della relazione sfugge, quando la donna cerca di ribellarsi a una situazione che non vuole, non può più sostenere. I femminicidi avvengono quando lei disobbedisce: si separa, tradisce, si prende spazi di libertà.” (...)”
    Certo, questa insistenza sull’evitare di chiamare il femminicidio “emergenza”, potrebbe suonare assurdo leggendo i puri e semplici dati che non solo le associazioni ma anche l’Europa ci ricorda ormai da oltre un decennio, e riporto qui ad uso dei maschietti rabbiosi che negano l’evidenza:
    “Prima del cancro, degli incidenti stradali e della guerra, ad uccidere le donne nel mondo, o a causarne l'invalidità permanente, è la violenza subita dall'uomo. Partner, marito, fidanzato o padre che sia. Sono alcuni dei dati del Consiglio d'Europa evidenziati alla presentazione dell'Osservatorio criminologico e multidisciplinare sulla violenza di genere, che dà assistenza alle vittime di violenza in Italia.
    I DATI - «La violenza familiare da parte del proprio compagno - spiega Gabriella Paparazzo, responsabile formazione dell'associazione Differenza donna - è in Europa e nel mondo la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni(...)”( 28 ottobre 2005 del Corriere della Sera "Violenza partner è prima causa morte donne")
    e le cose non sono cambiate, più di dieci anni dopo www.ottopagine.it/.../muoiono-piu-donne-di... "Muoiono più donne di femminicidio che di cancro e incidenti. Se n'è parlato a Grottaminarda al convegno sulla salute delle donne”
    Ma spero di aver spiegato perchè insistere sul numero di omicidi di donne/anno su un determinato territorio fa perdere di vista cosa c’è di importante nel concetto di femmincidio, ossia lo svelamento della responsabilità di genere in capo ai maschi di ogni violenza maschile sulle donne, in quanto dispositivo di potere teso all’oppressione di tutte le donne da parte di tutti i maschi.
    Una riflessione su questo aspetto lo trovi qui www.huffingtonpost.it/.../femminicidi-istat...
    La violenza maschile sulle donne è essenzialmente politica perché collettiva, dunque, e qui veniamo al secondo punto, e spero che tu la prenda come una critica costruttiva: non c’è un “a parti invertite”.
    Ipotizzare un possibile “a parti invertite” può essere un artificio utile per mostrare il doppiopesismo evidente a tutti per cui un maschio ucciso (quasi sempre per legittima difesa) da una donna riempie ogni spazio mediatico per settimane con relativa propaganda criminalizzante tutte le donne secondo gli stereotipi sessisti classici della donna malvagia, strega, manipolatrice, mentre quando un maschio compie un femminicidio, si tace, si parla d’altro, e se se ne parla, si giustifica il carnefice, etc.. Il tuo pezzo ha il pregio di mostrare questa distorsione indotta dalla società patriarcale nella quale siamo immersi, in modo molto efficace, ma.. c’è un ma. L’artificio che hai usato nel tuo articolo presuppone che la violenza sia neutra. Per quello che è stato detto sopra, come puoi immaginare, non è così, e che la violenza sia essenzialmente maschile e abbia la sua prima espressione nell’indirizzarsi come strumento di dominio contro le donne è essenzialmente il nocciolo del concetto che il termine “femminicidio” richiama. Dato che ci sono voluti secoli per elaborare questa analisi da parte del movimento femminista capisci bene quanto sia importante la precisione.
    Spero quindi che non prenderai questo mio papiro per una critica distruttiva, non vuole esserlo assolutamente, ma come uno spunto di riflessione, discussione e di sviluppo, dato che ormai ne sentirai di tutti i colori di sofismi tesi a negare il concetto di femminicidio e avere sempre la bussola sotto gli occhi aiuta.
    Buona lotta 🙂 ❤
    (*)https://femicidiocasadonne.wordpress.com/cosa-e-il.../
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16 replies since 3/4/2021, 18:38   872 views
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