Su Black Pill e Mass Shootings

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    Inserisco qui uno stralcio della mia tesi di laurea sulle maschilità e gli Incel. In questo capitolo discuto di black pill e mass shootings. Faccio riferimento ad Elliott Rodgers e ad altri attentantori, ed utilizzo principalmente le teorie e le ricerche di Michael Kimmel, autore di Angry White Men (2013). Il mio punto di vista di ricercatore diverge da quello di Kimmel soltanto per quanto riguarda la centralità che questi pone nella matrice di genere della violenza qui trattata - che è il punto cardinale del suo lavoro e di molti altri lavori che rientrano negli studi di genere. Certamente la matrice di genere va tenuta in seria considerazione per una mera ragione statistica. Kimmel parla, sempre in riferimento alla realtà americana, nello specifico di uno "straight white man" che è il profilo più tipico dell'attentatore. Vanno però sempre considerati altri fattori culturali, religiosi, socio-politici e psico-sociali, poiché anche questi contribuiscono a determinare la frequenza e la diffusione nei vari Paesi di questo fenomeno.

    Nel presentare il prossimo e ultimo argomento non potrò certamente ignorare il contributo conferito dagli studi sull'othering nel riportare gli atti di estrema gravità commessi da talune “maschilità in crisi”, ed in particolare verrà qui assunta la prospettiva teorica dell'aggrieved entitlement avanzata dal sociologo americano M. Kimmel e ripresa anche all'interno del summenzionato studio. Sarà tuttavia necessario scremare il lessico belligerante e la partigianeria politica attraverso cui certi studi accademici - solitamente ascrivibili alla realtà statunitense - vengono presentati, poiché tali elementi costituiscono una lente deformante che poco racconta dei fenomeni in sé , e che rischia di riprodurre - paradossalmente - gli stessi processi di othering che si vorrebbero contrastare. Si è accennato, a conclusione del precedente capitolo, come la struttura di genere eterosessuale sia particolarmente a rischio di incorrere in una impasse: attraversare un periodo di crisi spinge l'individuo verso il cambiamento, ma le pressioni derivate dal proprio ruolo di genere, nonché dal posizionamento entro la stratificazione sociale, ne inibiscono l'espressione. Il primo rischio di questa situazione è l'ideologizzazione come forma di palliativo, dunque l'auto-svalutazione che diventa espressione identitaria e produce una stasi formativa. Il secondo rischio, ancora più serio, è costituito dai casi estremi che andrò ad analizzare. All'interno dell'universo Incel vi è un termine specifico per designare l'approdo ad una visione nichilistica dell'esistenza, razionalizzata e compressa in una ulteriore “pillola della verità”: la cosiddetta blackpill. La differenza con la "redpill" non consiste in particolari divergenze ideologiche, ma nelle conseguenze estreme a cui l'individuo giunge partendo dalle stesse proposizioni. Là dove il "comune redpillato" potrebbe pensare di migliorare la propria situazione, seguendo le strategie consigliate da qualche autore "redpill", o ritrovando nel proprio gruppo o in altri spazi di vita un confortevole luogo di socialità, così non accade per colui che assuma, metaforicamente, la pillola nera. Considerata come una visione fatalista della vita , questo tipo di mentalità si distingue da quella "redpill" nella convinzione che la “questione Incel” non possa trovare una soluzione individuale - per esempio, tramite interventi di chirurgia, l'esercizio fisico, elevando il proprio status socioeconomico o semplicemente perseguendo i propri obiettivi; tale questione sarebbe infatti il necessario risultato della “natura ipergamica” della femmina e potrebbe essere risolta solamente attraverso dei cambiamenti sistemici. A che genere di cambiamenti ci si riferisce? qualche suggerimento è offerto da una pagina di "incel wiki" dedicata alla blackpill. Alcune delle soluzioni suggerite sono, ad esempio, l'abbassamento dello status femminile - come misura diretta di contrasto all'ipergamia, l'ingegneria genetica - per selezionare le persone più "meritevoli" di riprodursi, il comunismo sessuale - raggiungibile attraverso una sorta di accoppiamento di stato (state-issued girlfriends), la promozione statale della monogamia, con incentivi statali in favore dell'accoppiamento monogamico e disincentivi economici per chi è single o manifesta comportamenti promiscui, ecc. Fantasie simili non costituiscono di per se qualcosa di pericoloso, ma semmai presentano un campanello d'allarme, in quanto sono i vagheggiamenti di una mente in cerca di una comoda via di fuga al di fuori delle proprie possibilità - e responsabilità - concrete; capita tuttavia che questo mindset si radicalizzi in personalità problematiche, ed è un rischio tanto maggiore qualora si consideri il dogmatismo scientista, di matrice sociobiologica, con cui la blackpill viene presentata su internet. Nella stessa "Incels Wiki", moltissimi studi sui comportamenti sessuali e sociali - specialmente in riferimento alle scelte femminili - vengono riportati con particolare enfasi sulla loro "scientificità"; ciò che costituisce motivo di preoccupazione tuttavia non è certo la reperibilità di una pagina che aggrega una serie di ricerche scientifiche, bensì le numerose altre pagine dal contenuto evidentemente misogino che è possibile consultare sullo stesso sito, e che rischiano di ricevere legittimazione per tramite di una impropria attribuzione dello stesso principio di “scientificità”. È per tale ragione che le ricerche sull'othering identificano oggi nel "movimento Incel" una forma di estremismo affine al nazionalismo bianco, sebbene questo genere di letture dimentichi che gli Incel non hanno alle spalle alcuna organizzazione, sede politica o programma. È possibile comunque approfondire le ragioni dietro tale lettura prendendo in esame il tema del cosiddetto terrorismo Incel. Si tende a considerare il "Massacro di Isla Vista" come il primo episodio di violenza connesso a quella che si descrive come una ideologia terroristica. Va sin da subito considerato che il caso del "terrorismo Incel" è, in realtà, una montatura mediatica: lo stesso autore del massacro ha infatti redatto - nei giorni precedenti all'estremo gesto - un manifesto in cui il termine Incel non appare praticamente mai. Sarebbe dunque difficile considerare Rodger l'apripista di un movimento di "terrorismo Incel", eppure ciò non ha impedito la propagazione di questo neologismo in tutte le agenzie di informazione che hanno trattato l'argomento. Di seguito i fatti noti: il 23 Maggio 2014, uno studente dell'università californiana Santa Barbara, Elliot Rodger, 22 anni, realizzò il proprio personale day of retribution (giorno del giudizio) uccidendo 6 persone (3 compagni del suo dormitorio, e 3 ragazze di una confraternita femminile) e ferendone 14 altre, prima di togliersi egli stesso la vita. Rodger scriveva già da tempo in diversi forum facenti parte della Manosphere, identificandosi come Incel. A causa della portata mediatica che investì l'attentato di Rodger, il termine Incel è entrato nel vocabolario comune, identificando nell'autore di un episodio sensazionale un'intera categoria di persone, nonché una precisa ideologia; tale rappresentazione mediatica del fenomeno appare però semplicistica e andrebbe perciò riconsiderata servendosi di categorie interpretative che facciano luce sui molteplici fattori che possono aver condotto ad un epilogo simile. Attraverso la lettura del manifesto di Rodger è possibile conoscere molti dettagli della sua vita: sappiamo dunque che Rodger aveva fatto propri i precetti della "teoria LMS" già prima esplicata, e che era particolarmente ossessionato dall'idea di diventare ricco, e trovare in tal modo la ragazza dei suoi sogni. Incapace tuttavia di realizzare questo proposito, senza peraltro il minimo sforzo, anch'egli pervenne ad ipotizzare delle personali "politiche blackpill", immaginando una soluzione sistemica al proprio "problema di celibato". È possibile citare a tal proposito uno stralcio del suo delirante manifesto:

    <i>"I have created the ultimate and perfect ideology of how a fair and pure world would work. In an ideal world, sexuality would not exist. It must be outlawed. In a world without sex, humanity will be pure and civilized. […] The human race will evolve to an entirely new level of civilization, completely devoid of all the impurity and degeneracy that exists today. In order to completely abolish sex, women themselves would have to be abolished. All women must be quarantined like the plague they are, so that they can be used in a manner that actually benefits a civilized society. [...] The first strike against women will be to quarantine all of them in concentration camps. At these camps, the vast majority of the female population will be deliberately starved to death [...] A few women would be spared, however, for the sake of reproduction. These women would be kept and bred in secret labs. There, they will be artificially inseminated with sperm samples in order to produce offspring. Their depraved nature will slowly be bred out of them in time."


    La follia che traspare da questo stralcio non necessita di puntualizzazioni, e in un certo senso sarebbe semplice cedere alla tentazione di liquidare il caso come un esempio particolarmente grave di psicopatia, o sociopatia, narcisistica. La questione dei mass shootings, o degli school shootings, tuttavia è anche una questione di genere, ed è questo l'aspetto principale che interesserà qui indagare. Inoltre è difficile non notare, nella contorta logica di Rodger, almeno una affinità con il pensiero "proto-Incel" di Flynt, già presentato nel secondo capitolo di questa tesi: secondo tale mentalità, appurata l'impossibilità di praticare assiduamente un atto ritenuto (infine) superfluo, con un essere radicalmente diverso da se, la rinuncia al sesso (eterosessuale) da parte maschile permetterebbe di concentrarsi sulla coltivazione di "valori più profondi", o mutatis mutandis, di favorire la "purezza e civilizzazione" dell'umanità. Questo vagheggiamento, così simile in due individui così diversi - un artista il primo, un killer anempatico il secondo - non può essere compreso se non in una prospettiva di genere. Il sociologo Michael Kimmel non si è occupato direttamente di Incel, ma nel tentare di fornire una risposta concreta ai numerosi fenomeni di "rabbia maschile" rilevabili nella realtà statunitense, ha proposto il concetto di aggrieved entitlement - che potrebbe essere tradotto, maldestramente, con "presunzione aggravata". Questa presunzione è parzialmente ricondotta al riprodursi immutato del ruolo etero-normativo maschile, il quale sarebbe osservabile negli oggi paradigmatici “giovani maschi bianchi ed eterosessuali” - da cui il titolo dell’opera, “Angry White Men”. Secondo Kimmel, questi giovani sentono di aver perso, o di stare perdendo, quelli che sono stati interiorizzati come propri diritti di nascita. Nelle parole dell’autore:

    "what I call aggrieved entitlement. It is that sense that those benefits to which you believed yourself entitled have been snatched away from you by unseen forces larger and more powerful. You feel yourself to be the heir to a great promise, the American Dream, which has turned into an impossible fantasy for the very people who were supposed to inherit it. And where did they get the idea that it actually is their “God- given right” to begin with?"

    Ciò che Kimmel definisce come "aggrieved entitlement" dunque si sostanzierebbe in un rancore che ha carattere reazionario, come si è già osservato nel terzo capitolo della presente tesi. Anche se la ricerca del sociologo è antecedente all'episodio di Rodger nello specifico, egli ha comunque individuato certi pattern che accomunano molti school shooting e mass shootings, e che sono rilevabili anche nella vicenda di Rodger. Il gesto appare come un atto possibile poiché riparativo di un onore ferito, che è necessario ripristinare. Come osserva ancora Kimmel, sin dalla fine degli anni '80:

    "the shooter was almost always white, from a suburban or rural school, using rifles or assault weapons, and opening fire seemingly randomly, killing teachers and fellow students. Since 1999 rampage school shooters have also committed suicide at the end of their rampages—sort of “suicide by mass murder”: take as many of “them” with you as you can before you take your own life. And, it seems, they don’t just want to get even with their tormentors any longer; they want to go out in a blaze of glory, to be remembered, to be “famous”.

    Se né l'etnia, né l'estrazione sociale di Rodger confermano oggi il pattern individuato da Kimmel, non sembra invece un caso che, dal massacro della Columbine High School in poi, la quasi totalità degli school shootings sia terminata con il suicidio dell'attentatore. Il sogno di andarsene "in a blaze of glory" appare a questi ragazzi l'unica riparazione abbastanza equa alle umiliazioni subite. Entra dunque qui il vecchio tema del “timore della castrazione”. Che questo timore sia connesso a questi scoppi di violenza è riportato dallo stesso Ciccone, il quale osserva:

    “Forse il primo caso ricordato è quello di Marc Lépine, lo studente canadese che nel 1989 uccise quattordici donne in un college per “protestare contro le femministe che castrano gli uomini” e contro le norme che riservano spazi alle donne per accedere a carriere accademiche in ambiti tradizionalmente maschili come l’ingegneria.”

    In realtà il fenomeno degli school shootings è parecchio antecedente al 1989 , sebbene sia stato studiato più approfonditamente solo in tempi recenti. Il tema dell'anti-femminismo tuttavia non è il solo ad essere connesso a questi fenomeni. Diretto prodotto di una cultura maschile particolarmente conflittuale e competitiva è il bullismo, la cui incidenza non può essere mai rimarcata abbastanza; i tormentatori del giovane attentatore sono solitamente compagni di scuola, spesso maschi (seppur non necessariamente) e più in generale gli altri studenti. Citando nuovamente Kimmel:

    "Virtually every one of the shooters described their school days as a relentless gauntlet of bullying, gay-baiting epithets, physical assault, and harassment until they “snapped.” These boys spent a good part of every day fending off a constant barrage of criticism of their masculinity. They were desperate to prove their detractors wrong and to exact revenge against their tormentors and the other kids who laughed, went along with it, or said nothing and allowed it to continue."

    Il danno causato dal bullismo su questi ragazzi risulta tanto più considerevole quanto più scarse sono le risorse emotive ed affettive a cui questi riescono ad accedere. Indagando i profili psicologici più frequenti tra gli school shooters, si è osservato come i ragazzi che soffrono di precedenti traumi (per separazioni familiari, abuso fisico o sessuale) o che posseggono tratti psicotici (come la schizofrenia, che include allucinazioni audiouditive e paranoia) oppure ancora psicopatici (particolarmente narcisisti e di scarsa empatia) sembrino caratterizzare un campione statisticamente rilevante. Il perpetrarsi delle vessazioni mette in luce anche l'aspetto sociologico e istituzionale della questione. Particolarmente esemplificativo di quanto appena affermato può essere considerato il caso di Charles Andrew Williams, dichiarato colpevole per aver ucciso 2 studenti, e ferito 2 insegnanti e altri 10 studenti. All'epoca dei fatti (2001) Williams era un ragazzo di quindici anni che frequentava la Santana High School, in California. Il maltrattamento del ragazzo era stato feroce e reiterato:

    "(Andrew) was beaten up, taunted, locked in his locker, set on fire, his skateboard stolen, money taken, his skater clothes taken off his body, his skate sneakers ripped off his feet. His public defender listed eighteen incidents of bullying in the few weeks leading up to his rampage [...] His father said the bullying was so severe that it was “bordering on torture.”

    Ciò che andrebbe qui considerato non è però soltanto il fenomeno del bullismo, ma il clima di lassismo che apparentemente permeava la scuola all'epoca dei fatti. Continua infatti Kimmel:

    "Two years prior to Williams’s rampage, the school received a $137,000 grant from the US Department of Justice to study the causes and effects of school bullying. The school never conducted a survey, organized a focus group, or conducted a single interview with the students about the bully culture that permeated the school. [...] Both the school administration and the prosecutor who took the case denied that bullying and torture might have had any impact on Williams’s violent explosion. The district superintendent denied Williams had been bullied at all and thought it a distraction from the actions of the perpetrator. […] Indeed, after the shooting, the school hired a consultant who conducted interviews with students, parents, and teachers and provided a set of recommendations about how to change the school culture. The school board rejected every one of her recommendations."


    La "school culture" a cui ci si riferisce in quest'ultimo paragrafo è dunque una cultura che riproduce un particolare modello di maschilità, condonando ai propri studenti alcuni atteggiamenti particolarmente crudeli verso il maschio “non conforme”, i quali vengono considerati dunque connaturati. Simili episodi di negazionismo, o omertà, sembrerebbero dunque caratterizzare il lato deteriore del "sogno americano", il mito del self-made man, ritenuto dallo stesso Kimmell come "the single defining feature of American masculinity, over the course of American history." Non è forse un caso dunque, se dei 32 school shootings avvenuti tra il 1983 e il 2008, solo due di questi non si siano verificati in contesti scolastici arretrati, rurali o periferici. Contesti culturali spesso favorevoli alle armi (gun culture), intolleranti alla non conformità di genere, e indulgenti verso i fenomeni di bullismo. In alcuni studi condotti dall'antropologa culturale Katherine Newman e dai suoi studenti, vengono individuati più precisamente cinque fattori che, insieme, potrebbero contribuire all'attuarsi degli school shootings: (1) marginalizzazione sociale (bullismo incessante e insulti, spesso a carattere omofobico), (2) fattori predisponenti individuali (tutti quei fattori di tipo psicologico che spingono soltanto alcuni ragazzi marginalizzati ad attaccare, mentre altri trovano diverse strategie di coping), (3) script culturali (ad esempio l'influenza dei media che hanno ispirato o giustificato le loro azioni), (4) il fallimento dei sistemi di sorveglianza (sia che si tratti della sicurezza fisica o di un sistema di sorveglianza della salute mentale, per cui non ci si rende conto in tempo dei segnali di allarme), e (5) la disponibilità di armi. Tutti questi fattori sono ritenuti fondamentali perché possa verificarsi un assalto e certamente nessuno andrebbe sottovalutato. Tuttavia, come si è già suggerito, secondo Kimmel questi cinque fattori non bastano a spiegare il fenomeno, se non vengono integrati da una teoria a più ampio raggio, ovvero quella dell'entitlement. Pertanto, i ragazzi che si rendono protagonisti di simili atti sono definiti non come devianti, ma come eccessivamente conformisti rispetto ad un preciso - e pervasivo - modello di maschilità. Lo studio di Kimmel è stato rilasciato nel 2013, ma la teoria dell'aggrieved entitlement possiede ancora oggi degli aspetti validi, in quanto ha portato alla luce gli aspetti più deleteri, e pericolosi, del fallocentrismo. L'attentato di Rodger avverrà un anno dopo la pubblicazione del suddetto studio, e non sarà l'ultimo connesso ad un “movimento” che, seppure costruito intorno ad un allarmismo mediatico, ha già prodotto delle preoccupanti forme di idolatria, nonché degli emuli che possono essere, seppur lascamente, connessi a quel caso. Per rendere conto di un fenomeno tanto gravoso, vi sono tuttavia da considerare altre prospettive oltre a quella “di genere” proposta da Kimmell. Sebbene infatti non vada mai sottovalutato il rischio di "naturalizzare ed essenzializzare le caratteristiche stesse degli autori di reato", implicito in un approccio criminologico positivista, la frequenza in cui appaiono certi pattern - storicamente indagati utilizzando i parametri della psicologia e della psichiatria - non può essere del resto ignorata. Possono rilevarsi frequentemente diversi fattori: un attaccamento familiare travagliato (che ha spesso alle spalle episodi di separazione familiare), l’aver subito abusi e violenze, una peculiare predisposizione verso una cultura militaresca che spesso sfocia in esperienze militari. L'estrazione sociale non sembra influire particolarmente, in considerazione all'esistenza agiata e all'educazione fin troppo indulgente ricevuta da Rodger, o all’appartenenza borghese di Minassian , ma ad un esame incrociato è difficile soprassedere sul fatto che entrambi questi giovani - così come altri da me vagliati nel corso di questa ricerca - fossero stati diagnosticati come asperger. Dove si trova dunque il "bandolo" di tutto ciò? si vuol forse suggerire che il maschio asperger sia inerentemente a rischio in quanto più vulnerabile alle influenze , o che il maschio proveniente da una famiglia separata sia più prono alla violenza? che ad influire maggiormente siano delle deficienze nella socializzazione primaria, o ancora che vi sia un'incidenza genetica, come pure è stato suggerito per il caso di Cruz? Sarebbe poi possibile ignorare che la stragrande maggioranza di questi episodi si verifichi negli Stati Uniti, una nazione in cui la legislazione sulle armi è notoriamente lasca, e in cui il modello di maschilità più virile a cui è possibile attingere è quello del cowboy colonialista? Ciascuno di questi elementi potrebbe certamente incidere, ma qualunque tipo di riduzionismo sarebbe egualmente indifendibile; persino ricorrendo in via esclusiva ad una prospettiva di genere si potrebbe correre il rischio di ipostatizzare la misoginia del deviante, vero trait d'union che collega tutti gli attentatori - e che connette questi ultimi, seppur lascamente, a molti Incel presenti nei forum - riducendo la questione della violenza ad un problema di "configurazione della maschilità eterosessuale", o di “maschilità tossica.” O ancora, si potrebbe incorrere nel rischio di reificare, come pure spesso capita, in un astratto “maschio bianco eterosessuale” la “presunzione aggravata” di possedere il diritto a determinati privilegi - nella fattispecie, il diritto ad una relazione sentimentale o al corpo della donna. Nella lettura di questi eventi feroci e indifendibili, seppur connessi invariabilmente da una alienazione del femminile dalla struttura identitaria degli attentatori, nonché ad una matrice “revanscista”, ovvero riabilitativa di un “onore virile” offeso, ciò che sembra fatalmente mancato a queste maschilità, e che andrebbe piuttosto affermato con vigore, è una relazione fondamentale tra il sé e il mondo. Operare una connessione con gli altri è, in molti maschi etero-normati (specialmente qualora vi fossero patologie pregresse) un compito particolarmente oneroso, poiché mediato da norme culturali fortemente de-personalizzanti; eppure non è qualcosa di impossibile. Anche qualora si considerassero gli “Incel” qui descritti come espressione del fallimento di un modello culturale più vasto – il quale avrebbe peraltro avallato i comportamenti degli aguzzini di questi futuri attentatori – bisognerebbe pur sempre chiedersi come interpretare, al di fuori di ogni riduzionismo, i significati espressi da questi ragazzi e giovani uomini, e dunque imparare ad interpellarli prima che sia troppo tardi.

    Edited by B.B.C. - 1/12/2021, 23:04
     
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    Sono abbastanza d'accordo con questo passaggio della tua tesi che, mi sembra di capire, verte sul fenomeno incel americano. Sono d'accordo sull'inconsistenza e la frammentazione nel fenomeno stesso (del tutto acefalo), tali da rendere una forzatura parlare di una sua organicità. Personalmente, comunque, mi guardo bene dal tracciare parallelismi tra i fatti statunitensi e il fenomeno nostrano, trattandosi di realtà con molte meno attinenze di quanto si possa, erroneamente, pensare; il fatto stesso che il nostro sia "al massimo" un fenomeno di importazione la dice lunga sulle differenze catastrofiche tra i due modi tendenziali di intendere la questione (ma non è nemmeno questo il punto). A parte questa mia digressione, tornando alla tesi, non condivido il passaggio che depenna, quello biologico, dai dati degni di essere presi in considerazione per l'attuazione delle politiche di uno Stato. Non sono d'accordo per una serie di motivi: il primo è quello che mi fa capire che, così ragionando, hai assimilato completamente il modello che questa società tecnologica e consumistica impone, cioè la svalutazione dell'essere umano e la riferibilità di qualunque valore a un valore economico. Perché, vedi, a te non sembra strano che lo Stato metta in atto politiche per colmare le differenze tra povertà e ricchezza (valore economico), ma ti accodi a chi trova quantomeno bizzarro che lo Stato colmi le differenze date, ad esempio, da fisicità diverse (differenze biologiche), e relative al valore di una persona in quanto tale e non della persona come misura economica di qualcosa; il secondo è legato alla poca ampiezza di veduta di questa prospettiva perché, in fin dei conti, quello biologico, non è altro che un dato e non è vero che non sia determinante, perché la politica stessa ci mostra il contrario. Una donna è donna per un dato biologico, non è donna per un modello culturale. E quando lo Stato promulga una legge in favore delle donne in quanto tali, sta legiferando su base biologica. Qualcuno si è mai scandalizzato per questo? Allo stesso modo un down è down per un dato biologico, e quando lo stato promulga leggi che tutelano un down, non sta facendo altro che legiferare su base biologica. Qualcuno si è stracciato le vesti? Un nero è nero per dato biologico, e quando lo stato promulga leggi contro il razzismo sta legiferando su dato biologico. Qualcuno ha gridato per lesa maestà? Tutto questo è, con evidenza, normalità e nessuno si sognerebbe di parlare a vanvera di "sociobiologia" e amenità simili, perché il "verso" è quello giusto, cioè accettato dal politically correct fascista e dominante. Quando le cose si complicano, e mettere in mezzo la biologia diventa retrogrado e/o ridicolo? Quando le categorie interessate non sono parte integrante del sistema dominante attuale, centrato univocamente sugli interessi femministi (attenzione non delle donne, ma femministi che è ben diverso), universo lgbt, e poco altro. Quando si vuole applicare lo stesso metro, ad esempio, agli Incel. Un brutto vero è brutto vero per un dato biologico, ma se chiede le stesse garanzie delle altre parti sociali, non viene preso sul serio e gli si ride in faccia. Ma ridere in faccia, o parlarne in toni allarmistici serve solo a non restituire all'interlocutore dignità concettuale, e questo giochino inizia ad essere vecchio ed a mostrare la corda. Perché le proposte Incel iniziano ad essere molto serie, e noi qui lo stiamo facendo. Parlare di disabilità estetica, volerne vedere riconosciuto lo status invalidante è una proposta seria, e tale resterà: si tratta di sedersi ad un tavolo (ipotetico), ed iniziare a parlarne, noi ci siamo... gli altri saranno disposti? Perché per le controparti è più semplice declinare la questione (ad esempio), come "Che pazzi gli Incel, pretendono che lo Stato obblighi le donne a fare sesso con loro", ma questa è disinformazione, le nostre proposte sono serie e concrete. Ne vogliamo parlare? Parliamone: gli incel non vogliono obbligare nessuna donna ad alcunché, gli incel ritengono, però, il diritto alla sessualità un diritto fondamentale dell'essere umano ed esigono che lo Stato metta fine alla politica proibizionista che riguarda la prostituzione. Lo Stato deve garantire che il sesso sia fruibile da tutti i cittadini, e se per un incel l'unico accesso al sesso è attraverso la prostituzione e lo Stato la bandisce, allora è lo stesso Stato ad obbligare l'incel a commettere reato, per il fatto stesso di dover usufruire della prostituzione. E questa è, o non è, discriminazione? Che poi la liberalizzazione della prostituzione sia, o non sia, risolutiva del problema incel è un altro paio di maniche, intanto è un passo che va fatto ed è parte di una proposta lucida. O, ancora, si vuol mantenere il bando sulla prostituzione? Va bene, ma si depenalizzi il reato per gli incel, riconoscendo così categoria protetta: si dica che un incel non commette reato se fruisce di prostituzione, mentre un bello si. Delle due l'una, ma una risposta bisogna darla ai problemi che gli incel sollevano e mettono sul tavolo. E, comunque, non si può, e non di deve, guardare il mare calmo e raccontare tempesta. Non è onesto intellettualmente. Sulla chiusura non ho compreso se hai scritto una tesi o un libro, non comprendo il discorso sull'editore che dovrebbe accordarsi con te per pubblicarla, in genere una tesi la fai, la stampi in più copie e, a spese tue, la regali alla commissione e a chi vuoi tu. Per il resto, ok, per me.

    Edited by Biodom3 - 8/12/2020, 19:00
     
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    CITAZIONE (Biodom3 @ 8/12/2020, 17:24) 
    ....

    Perdonami se glisso su molte cose nel risponderti ma vorrei focalizzarmi su un paio di questioni. Innanzitutto ci tengo ad assicurarti che ho abbastanza compreso quali siano le problematiche e le lotte condivise in questo spazio. Ritengo che gli esempi di categoria da te citati (donne, down, ecc) condividono poco o nulla dal punto di vista legale. Vengono inoltre disciplinati da ministeri ed uffici diversi, e le tutele riguardano diritti differenti, sia tra le categorie che all'interno della stessa categoria. Infine, il legislatore non si occupa di queste categorie perchè sono "biologiche", ma tutt'al più perchè sono "sociali", come credo avvenga in qualunque stato di diritto; posto questo, credo sia consigliabile, nel momento in cui l'Incel voglia essere riconosciuto come affine alle categorie che possono attestare una invalidità civile, inabilità o disabilità (il "down") o ancora un particolare tipo di discriminazione sociale tale per cui sono necessarie tutele specifiche (il "nero") o ancora dei particolari tipi di rischio dovuti ad una specificità di genere (la "donna") di battere appunto su una di queste strade e vedere dove conduce, perchè non credo ne siano disponibili realisticamente molte altre; per cominciare, temo infatti sia alquanto complesso determinare oggettivamente chi debba essere ritenuto bello e chi no, e disciplinare di conseguenza l'accesso al sesso. A meno che, certamente, non esistano tra voi degli intellettuali talmente brillanti da riuscire, in qualche modo, a convincere il mondo. Io sono possibilista, credo abbastanza nei miracoli ma bisogna ammettere che questi sono degli eventi abbastanza straordinari. Vorrei aggiungere anche che questa vostra curiosa idea mi ricorda non poco certe teorie e certe pratiche che hanno oggi a che fare con il mondo LGBT. Purtroppo ora non riesco a trovare il ilnk, ma avevo letto tempo fa delle accuse transfobiche mosse a J.K.Rowling (sempre lei!) perchè se non erro aveva preso le difese di una donna che si rifiutava di chiamare il suo collega, che era un uomo a cui piaceva indossare una parrucca e degli abiti femminili quando andava al lavoro, con il pronome da donna da lui (o meglio lei) scelto per rispecchiare la propria identità. Era scoppiato un caso pubblico. Tu dirai, cosa centrano gli Incel con questo? beh, il fatto è che quell'uomo (o meglio donna) non era "biologicamente" donna, come scrivevi tu, nè aveva fatto ancora una transizione, ma tuttavia l'ordinamento inglese lo (o meglio la) tutelava nella sua scelta identitaria di genere. In tal senso, come spero potrai finalmente capire, i diritti "fantasiosi" che è possibile veder tutelati rientrando nella comunità LGBT, come appunto la difesa della propria identità (ma anche delle quote, in certi paesi) sono quanto di più simile al diritto fantasioso di un brutto che voglia essere riconosciuto come tale. La differenza è che questi altri hanno (per cominciare) una letteratura e degli studi molto più vasti di quelli che possono vantare gli Incel. A questo punto spero mi comprenderai meglio se vi consiglio, tra il faceto ma anche il serio, di fare di questa vostra battaglia una questione di genere - del resto quel termine è aperto a qualunque interpretazione possibile, e nuove minoranze vengono scoperte giorno per giorno. Persino i pedofili si sono fatti una bandiera che scimmiotta quella LGBT, e si fanno oggi chiamare MAP. Ovviamente (e fortunatamente) non hanno avuto finora alcun successo a rientrare nei ranghi dei gruppi a cui aspirano, e spero che mai ne avranno. Ma non si può dire che non abbiano avuto una buona idea.

    Per quanto concerne la liberalizzazione della prostituzione, questo argomento lo direi abbastanza scollegato dal primo (il riconoscimento sociale e politico dell'Incel). Una riforma sulla disciplina della prostituzione dovrebbe infatti incontrare i favori delle parti politiche, se mai ve ne sia una interessata. E mi pare abbastanza improbabile che, come gruppo, voi possiate ottenere contemporaneamente il riconoscimento e le prostitute.

    ps: la mia è una tesi (lunga quasi quanto un libro) ma non si sa mai.

    pps: spero fosse chiaro che so perfettamente che nel mondo Incel vi sono dei vissuti di sofferenza. Analizziamo però questa situazione: a studiare l'universo degli Incel oggi sono principalmente le scienze sociali, utilizzando un'ottica di genere. Ma talvolta anche psicologi e psichiatri pubblicano qualche studio. Nel caso l'Incel voglia vedere la propria condizione medicalizzata e certificata dunque tramite una diagnosi specialistica (di tipo psichiatrico o simile) chiaramente non c'è alcun bisogno di fregarsene in alcun modo delle questioni di genere, ma occorrerebbe piuttosto battere su questa strada.

    ppps: poi c'è la via politica, suppongo.

    Edited by Vrykolakas - 27/4/2021, 01:45
     
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    Credo che arriveremmo a un cul de sac. Gli LGBTQ+ non hanno interesse ad avere noi tra le loro fila, come non vorrebbero (giustamente) i pedofili.
    A parte il fatto che noi e pedofili abbiamo in comune il deficit dell'interesse amoroso di un nostro eventuale partner, i primi non possono averlo per ragioni di natura legale, i secondi non possono averlo poiché giudicati non valevoli.
    E poi dobbiamo tenere conto del lavaggio del cervello adoperato dal femminismo che a convenienza legge nell'LGBTQ+ l'alleato ideale per dare contro al maschio bianco etero: le nostre difficoltà non verranno prese in considerazione per il semplice fatto di essere uomini e idealmente dovremmo essere i privilegiati per antonomasia. Tra l'altro Lidia Menapace, recentemente scomparsa e fervente femminista, in un'occasione si è espressa a favore della pedofilia, così come altri esponenti della gaysphere. Eppure questi fatti, anche ripresi in un libro detto: la sinistra degli orchi, vengono insabbiati o ridimensionati in funzione dell'eloquio adottato per descrivere il proposito.
    Io stesso potrei lanciarmi in una stupida, idiota, sterile e disgustosamente anbigua apologia dello stupro, magari rimarcando che esso sia la forma più pura d'amore, forte del fatto che in pochi attimi posso dare prova di amore senza dovere vestirmi di orpelli, fingermi un'altro, riempirmi la bocca di complimenti per la donna e magari simulare interesse nei dettagli scialbi e noiosi della sua vita che in nessun modo me la faranno percepire più bella di quanto non sia già ai miei occhi. Magari anche rifacendomi alla saggezza popolare: lo sanno tutti che l'amore non corrisposto è la forma più alta di amore. La mia proposta sarebbe solo di darne prova impressionandola con del simpatico "sesso a sorpresa".

    Scherzi a parte, solo perché ho fatto questo genere di umorismo (in via ipotetica, ricordiamolo) truce e crudo, verrei additato come MISOGINO prima ancora che comico. Cosa che ad esempio non succede a Louis C.K quando ha fatto una battuta simile sui pedofili.

    Questo perché il collettivo LGBTQ+ vede nel patriarcato (pater: uomo genitore) la fonte dei mali. I bambini invece non sono un argine alla libertà di disporre della propria libertà sugli altri, cosa che al contrario è un uomo adulto nel pieno delle forze. Infatti molti stabiliscono più o meno consciamente l'equivalenza: patriarcato=autorità.

    E poi, io per forma mentis e forte delle prove che stabiliscono come le differenze di genere siano dettate dal sesso biologico in primis, come il paradosso nordico e gli esiti disastrosi di episodi di bambini sottoposti alla riassegnazione di genere a seguito di traumi, devo dare ragione a Biodom.

    In più, le differenze biologiche originano quelle di genere, così come la cultura che le ammanta.
    Anzi, la cultura può amplificare le differenze di genere, ma non ne è la causa, come qualche docente di gender Studies vorrebbe sostenere per difendere la sua cattedra.

    Il caso di chi è affetto dalla trisomia 21, quindi va ascritto a biologico proprio perché in un contesto ben diverso da quello attuale (ringraziamo di essere in civiltà) purtroppo molto difficilmente sopravvivrebbe, sempre presupponendo che possa contare su una rete sociale solida.

    Capisco sia un ragionamento estremamente sottile e che forse lascia il tempo che trova, ma le leggi di tipo sociale forse andrebbero varate quando si rendono necessarie da contesti sociali come il razzismo. E non serve, credo, che io debba rimarcare le differenze tra le possibilità di sopravvivenza tra un uomo di ascendenze africane e uno affetto dalla sindrome di Down, al netto del grado della sua disabilità.

    Insomma: le leggi espresse proprio a tutela del disabile in questione, tutelano il suo diritto alla vita (bio) dato che a prescindere, per motivi biologici, gli risulterebbe impossibile l'eventualità di vivere autonomamente. Leggi che gli permettono di non pagare il ticket all'ospedale ad esempio. Il fatto che abbiamo aggiunto anche le quote protette per introdurli anche poco nel mondo del lavoro, sono conseguenze nate dal nostro concetto arbitrario di cosa sia la dignità del vivere. Importante, certo, ma non confondiamo cause ed effetti.


    Le leggi espresse a tutela delle minoranze etniche, invece, mirano a proteggere quelle persone da contesti che per quanto orribili e pesanti, sono transitori in quanto relativi anche ma non solo, alla densità delle popolazioni e pertanto sono culturali.

    Ora, Deus mi odierà per quanto sto per dire, ma gli incel sono espressione di un dato biologico: non tutti i maschi di una popolazione di individui riescono a procreare (e riprodursi è una funzione biologica come ci insegnano i libri di scienze delle medie), ma l'accesso al sesso in alcune specie non è interdetto in toto, a patto che vi sia un benefit di gruppo di cui possano beneficiare anche i riproduttori, magari una decrescita delle tensioni sociali, come i Bonobo ci insegnano.


    Pertanto credo sia più corretto stabilire che le rivendicazioni abbiano base biologica, ma servono misure e leggi sociali tali da limitarne la perniciosità sociale, magari educando gli individui al fatto che la coperta è sempre troppo corta e per evitare che le mani o i piedi rimangano scoperti, e che una delle due parti decida di strappare di fatto la coperta per coprirsi, occorre raggomitolarsi in posizione fetale: raccogliamo le membra e ne limitiamo l'estensione. E l'estensione è la portata delle libertà personali di una o l'altra parte.

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    CITAZIONE (Damianpriest95 @ 9/12/2020, 15:12) 
    Credo che arriveremmo a un cul de sac. Gli LGBTQ+ non hanno interesse ad avere noi tra le loro fila, come non vorrebbero (giustamente) i pedofili.
    A parte il fatto che noi e pedofili abbiamo in comune il deficit dell'interesse amoroso di un nostro eventuale partner, i primi non possono averlo per ragioni di natura legale, i secondi non possono averlo poiché giudicati non valevoli.
    E poi dobbiamo tenere conto del lavaggio del cervello adoperato dal femminismo che a convenienza legge nell'LGBTQ+ l'alleato ideale per dare contro al maschio bianco etero: le nostre difficoltà non verranno prese in considerazione per il semplice fatto di essere uomini e idealmente dovremmo essere i privilegiati per antonomasia. Tra l'altro Lidia Menapace, recentemente scomparsa e fervente femminista, in un'occasione si è espressa a favore della pedofilia, così come altri esponenti della gaysphere. Eppure questi fatti, anche ripresi in un libro detto: la sinistra degli orchi, vengono insabbiati o ridimensionati in funzione dell'eloquio adottato per descrivere il proposito.
    Io stesso potrei lanciarmi in una stupida, idiota, sterile e disgustosamente anbigua apologia dello stupro, magari rimarcando che esso sia la forma più pura d'amore, forte del fatto che in pochi attimi posso dare prova di amore senza dovere vestirmi di orpelli, fingermi un'altro, riempirmi la bocca di complimenti per la donna e magari simulare interesse nei dettagli scialbi e noiosi della sua vita che in nessun modo me la faranno percepire più bella di quanto non sia già ai miei occhi. Magari anche rifacendomi alla saggezza popolare: lo sanno tutti che l'amore non corrisposto è la forma più alta di amore. La mia proposta sarebbe solo di darne prova impressionandola con del simpatico "sesso a sorpresa".

    Scherzi a parte, solo perché ho fatto questo genere di umorismo (in via ipotetica, ricordiamolo) truce e crudo, verrei additato come MISOGINO prima ancora che comico. Cosa che ad esempio non succede a Louis C.K quando ha fatto una battuta simile sui pedofili.

    Questo perché il collettivo LGBTQ+ vede nel patriarcato (pater: uomo genitore) la fonte dei mali. I bambini invece non sono un argine alla libertà di disporre della propria libertà sugli altri, cosa che al contrario è un uomo adulto nel pieno delle forze. Infatti molti stabiliscono più o meno consciamente l'equivalenza: patriarcato=autorità.

    E poi, io per forma mentis e forte delle prove che stabiliscono come le differenze di genere siano dettate dal sesso biologico in primis, come il paradosso nordico e gli esiti disastrosi di episodi di bambini sottoposti alla riassegnazione di genere a seguito di traumi, devo dare ragione a Biodom.

    In più, le differenze biologiche originano quelle di genere, così come la cultura che le ammanta.
    Anzi, la cultura può amplificare le differenze di genere, ma non ne è la causa, come qualche docente di gender Studies vorrebbe sostenere per difendere la sua cattedra.

    Il caso di chi è affetto dalla trisomia 21, quindi va ascritto a biologico proprio perché in un contesto ben diverso da quello attuale (ringraziamo di essere in civiltà) purtroppo molto difficilmente sopravvivrebbe, sempre presupponendo che possa contare su una rete sociale solida.

    Capisco sia un ragionamento estremamente sottile e che forse lascia il tempo che trova, ma le leggi di tipo sociale forse andrebbero varate quando si rendono necessarie da contesti sociali come il razzismo. E non serve, credo, che io debba rimarcare le differenze tra le possibilità di sopravvivenza tra un uomo di ascendenze africane e uno affetto dalla sindrome di Down, al netto del grado della sua disabilità.

    Insomma: le leggi espresse proprio a tutela del disabile in questione, tutelano il suo diritto alla vita (bio) dato che a prescindere, per motivi biologici, gli risulterebbe impossibile l'eventualità di vivere autonomamente. Leggi che gli permettono di non pagare il ticket all'ospedale ad esempio. Il fatto che abbiamo aggiunto anche le quote protette per introdurli anche poco nel mondo del lavoro, sono conseguenze nate dal nostro concetto arbitrario di cosa sia la dignità del vivere. Importante, certo, ma non confondiamo cause ed effetti.


    Le leggi espresse a tutela delle minoranze etniche, invece, mirano a proteggere quelle persone da contesti che per quanto orribili e pesanti, sono transitori in quanto relativi anche ma non solo, alla densità delle popolazioni e pertanto sono culturali.

    Ora, Deus mi odierà per quanto sto per dire, ma gli incel sono espressione di un dato biologico: non tutti i maschi di una popolazione di individui riescono a procreare (e riprodursi è una funzione biologica come ci insegnano i libri di scienze delle medie), ma l'accesso al sesso in alcune specie non è interdetto in toto, a patto che vi sia un benefit di gruppo di cui possano beneficiare anche i riproduttori, magari una decrescita delle tensioni sociali, come i Bonobo ci insegnano.


    Pertanto credo sia più corretto stabilire che le rivendicazioni abbiano base biologica, ma servono misure e leggi sociali tali da limitarne la perniciosità sociale, magari educando gli individui al fatto che la coperta è sempre troppo corta e per evitare che le mani o i piedi rimangano scoperti, e che una delle due parti decida di strappare di fatto la coperta per coprirsi, occorre raggomitolarsi in posizione fetale: raccogliamo le membra e ne limitiamo l'estensione. E l'estensione è la portata delle libertà personali di una o l'altra parte.

    IMHO.

    concordo con molto di ciò che hai scritto, ma forse avrei dovuto esprimermi meglio. Intendevo più che altro che nel nostro ordinamento giuridico il diritto è positivo, non naturale. Nella nostra costituzione il diritto alla vita non figura nemmeno tra i "diritti inviolabili". Certamente potrai trovarcelo, ma è sempre implicito. Piuttosto la costituzione tutela la salute (intesa in senso globale) "come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività" (art. 32), ed è da questo che si parte - insieme agli art. 2 e 3 - quando si parla, ad esempio, di aiutare i "down". Naturalmente vanno poi considerate tutte le varie altre leggi quadro, regionali, e quantaltro. Quindi no, le rivendicazioni non hanno base biologica: se così fosse, per esempio, l'aborto sarebbe vietato.

    Trovo corretto ciò che dici sul fatto che il nostro concetto di "dignità del vivere" sia arbitrario, ma il razionale dietro questi interventi di reinserimento lavorativo, ad esempio, è quello di aiutare questi individui a recuperare la propria salute psico-fisica e sociale (si, esiste pure questa) favorendone l'autonomia, in un'ottica di "empowerment". Questo è ciò che ho appreso, e a ciò mi attengo, fermo restando che purtroppo teoria e prassi spesso possono anche non coincidere.

    Andando alla questione del genere, forse ti sarai accorto già che il mio tono è stato un po' canzonatorio. Questo perché il mio genere non è molto diverso da quello di molti utenti di questo forum: sono anch'io un maschio etero e cis. Anch'io conosco il "principio della rana bollita" e potrei anch'io fantasticare tutto il giorno su prospettive potenzialmente apocalittiche, ma preferisco restare coi piedi per terra, e considerare la sconsideratezza di queste femministe e questi gay da te citati, come dei casi singoli di svarioni che non hanno finora trovato una vera base su cui poggiarsi - a meno di non credere che Bibbiano sia tutto un sistema, che si stia preparando il terreno per liberalizzare pedofilia e incesto, e via così. Io non lo credo proprio, ma ognuno creda quel che vuole, ci mancherebbe.

    Mi trovo invece d'accordo sul fatto che l'Incel non sia esattamente l'amichetto ideale del femminista con la bandiera LGBTQ+. La mia proposta "assurda" però ha origine da una riflessione: non solo l'Incel è, tecnicamente, appartenente ad un genere, che penso essere quello ancora maggioritario, cioè quello del maschio (frequentemente) e della femmina "cis", ma è pure socialmente e simbolicamente discriminato. Le differenze ideologiche tra gli Incel e i gender-femministi (termine che non esiste ma rende l'idea) però sono incolmabili. Per spiegare questo fenomeno di celibato, e questa discriminazione, Incel e GF utilizzano categorie molto diverse. Un Incel farà molto più riferimento alla sociobiologia, alla psicologia sociale, e a vari filosofi e teorici critici del neoliberalismo; gli altri faranno invece riferimento a teorie queer, femministe, marxiste, post-strutturaliste, dei diritti civili e quant'altro. Il punto di contatto tra i due, o almeno quello che io ho notato, è che sia l'Incel che il GF possono essere marxisti. Che ironia della sorte! eppure nemmeno questo basta: l'Incel non si infilerà nelle mutande (pardon, nel cuore) della femminista, e la femminista non vedrà nell'Incel l'eroe che abbatterà il patriarcato con tutto il capitalismo, o il capitalismo con tutto il patriarcato. Nel frattempo la femminista deciderà che tanto vale passare da bi-curiosa a lesbica con esclusive incursioni soltanto nel maschione aitante, e l'Incel dirà vaffanculo a Marx e a chi se l'è inventato, a sto punto tanto vale andare a destra.

    Penso che questa situazione di mezzo (si parla non a caso per gli Incel di "maschilità ibrida") sia piuttosto scomoda ma anche ricca di spunti. In qualche modo, le forze dell'Incel sono pronte ad essere canalizzate. Io non credo che si farà spazio per due entro un'unica coperta - dove questi due sono l'uomo e la donna, ovviamente - ma piuttosto che si andrà avanti di questo passo; quelli più giovani di me però sono legittimati a sognare un mondo più appagante per questa decrepita razza di cisgender eterosessuali (e anche su questo, ci mancherebbe altro)
     
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    i prossimi dieci anni saranno decisivi, in un senso (la disfatta più totale) o nell'altro (l'avanzamento dei consensi verso le nostre idee).
     
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    CITAZIONE (Deusfur @ 11/12/2020, 23:54) 
    i prossimi dieci anni saranno decisivi, in un senso (la disfatta più totale) o nell'altro (l'avanzamento dei consensi verso le nostre idee).

    yo.

    Comunque mi sono accorto di essere stato forse un po' troppo caustico col commento di prima. Una cosa che mi disturba un po' è che effettivamente a furia di parlare di queste cose, si opera spesso una sorta di sovrapposizione implicita tra "femmina" e "femminista" quindi ci tengo a chiarire: è ovvio che quando io parlo di Incel e femministe, mi riferisco proprio a Incel e femministe, e non ai singoli individui che, oltre ad essere Incel, ed essere femministe, sono anche un'omo e una donna particolari. Ideologicamente Incel e femministe hanno poco in comune, ma umanamente potrebbero andare d'accordo, per qualunque altra ragione particolare. Personalmente io credo a questo tipo di miracoli, perché il mio medico è pazzo e mi ha prescritto una pillola viola, che è mezza rossa e mezza blu.
     
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    CITAZIONE (Vrykolakas @ 11/12/2020, 23:37) 
    CITAZIONE (Damianpriest95 @ 9/12/2020, 15:12) 
    Credo che arriveremmo a un cul de sac. Gli LGBTQ+ non hanno interesse ad avere noi tra le loro fila, come non vorrebbero (giustamente) i pedofili.
    A parte il fatto che noi e pedofili abbiamo in comune il deficit dell'interesse amoroso di un nostro eventuale partner, i primi non possono averlo per ragioni di natura legale, i secondi non possono averlo poiché giudicati non valevoli.
    E poi dobbiamo tenere conto del lavaggio del cervello adoperato dal femminismo che a convenienza legge nell'LGBTQ+ l'alleato ideale per dare contro al maschio bianco etero: le nostre difficoltà non verranno prese in considerazione per il semplice fatto di essere uomini e idealmente dovremmo essere i privilegiati per antonomasia. Tra l'altro Lidia Menapace, recentemente scomparsa e fervente femminista, in un'occasione si è espressa a favore della pedofilia, così come altri esponenti della gaysphere. Eppure questi fatti, anche ripresi in un libro detto: la sinistra degli orchi, vengono insabbiati o ridimensionati in funzione dell'eloquio adottato per descrivere il proposito.
    Io stesso potrei lanciarmi in una stupida, idiota, sterile e disgustosamente anbigua apologia dello stupro, magari rimarcando che esso sia la forma più pura d'amore, forte del fatto che in pochi attimi posso dare prova di amore senza dovere vestirmi di orpelli, fingermi un'altro, riempirmi la bocca di complimenti per la donna e magari simulare interesse nei dettagli scialbi e noiosi della sua vita che in nessun modo me la faranno percepire più bella di quanto non sia già ai miei occhi. Magari anche rifacendomi alla saggezza popolare: lo sanno tutti che l'amore non corrisposto è la forma più alta di amore. La mia proposta sarebbe solo di darne prova impressionandola con del simpatico "sesso a sorpresa".

    Scherzi a parte, solo perché ho fatto questo genere di umorismo (in via ipotetica, ricordiamolo) truce e crudo, verrei additato come MISOGINO prima ancora che comico. Cosa che ad esempio non succede a Louis C.K quando ha fatto una battuta simile sui pedofili.

    Questo perché il collettivo LGBTQ+ vede nel patriarcato (pater: uomo genitore) la fonte dei mali. I bambini invece non sono un argine alla libertà di disporre della propria libertà sugli altri, cosa che al contrario è un uomo adulto nel pieno delle forze. Infatti molti stabiliscono più o meno consciamente l'equivalenza: patriarcato=autorità.

    E poi, io per forma mentis e forte delle prove che stabiliscono come le differenze di genere siano dettate dal sesso biologico in primis, come il paradosso nordico e gli esiti disastrosi di episodi di bambini sottoposti alla riassegnazione di genere a seguito di traumi, devo dare ragione a Biodom.

    In più, le differenze biologiche originano quelle di genere, così come la cultura che le ammanta.
    Anzi, la cultura può amplificare le differenze di genere, ma non ne è la causa, come qualche docente di gender Studies vorrebbe sostenere per difendere la sua cattedra.

    Il caso di chi è affetto dalla trisomia 21, quindi va ascritto a biologico proprio perché in un contesto ben diverso da quello attuale (ringraziamo di essere in civiltà) purtroppo molto difficilmente sopravvivrebbe, sempre presupponendo che possa contare su una rete sociale solida.

    Capisco sia un ragionamento estremamente sottile e che forse lascia il tempo che trova, ma le leggi di tipo sociale forse andrebbero varate quando si rendono necessarie da contesti sociali come il razzismo. E non serve, credo, che io debba rimarcare le differenze tra le possibilità di sopravvivenza tra un uomo di ascendenze africane e uno affetto dalla sindrome di Down, al netto del grado della sua disabilità.

    Insomma: le leggi espresse proprio a tutela del disabile in questione, tutelano il suo diritto alla vita (bio) dato che a prescindere, per motivi biologici, gli risulterebbe impossibile l'eventualità di vivere autonomamente. Leggi che gli permettono di non pagare il ticket all'ospedale ad esempio. Il fatto che abbiamo aggiunto anche le quote protette per introdurli anche poco nel mondo del lavoro, sono conseguenze nate dal nostro concetto arbitrario di cosa sia la dignità del vivere. Importante, certo, ma non confondiamo cause ed effetti.


    Le leggi espresse a tutela delle minoranze etniche, invece, mirano a proteggere quelle persone da contesti che per quanto orribili e pesanti, sono transitori in quanto relativi anche ma non solo, alla densità delle popolazioni e pertanto sono culturali.

    Ora, Deus mi odierà per quanto sto per dire, ma gli incel sono espressione di un dato biologico: non tutti i maschi di una popolazione di individui riescono a procreare (e riprodursi è una funzione biologica come ci insegnano i libri di scienze delle medie), ma l'accesso al sesso in alcune specie non è interdetto in toto, a patto che vi sia un benefit di gruppo di cui possano beneficiare anche i riproduttori, magari una decrescita delle tensioni sociali, come i Bonobo ci insegnano.


    Pertanto credo sia più corretto stabilire che le rivendicazioni abbiano base biologica, ma servono misure e leggi sociali tali da limitarne la perniciosità sociale, magari educando gli individui al fatto che la coperta è sempre troppo corta e per evitare che le mani o i piedi rimangano scoperti, e che una delle due parti decida di strappare di fatto la coperta per coprirsi, occorre raggomitolarsi in posizione fetale: raccogliamo le membra e ne limitiamo l'estensione. E l'estensione è la portata delle libertà personali di una o l'altra parte.

    IMHO.

    concordo con molto di ciò che hai scritto, ma forse avrei dovuto esprimermi meglio. Intendevo più che altro che nel nostro ordinamento giuridico il diritto è positivo, non naturale. Nella nostra costituzione il diritto alla vita non figura nemmeno tra i "diritti inviolabili". Certamente potrai trovarcelo, ma è sempre implicito. Piuttosto la costituzione tutela la salute (intesa in senso globale) "come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività" (art. 32), ed è da questo che si parte - insieme agli art. 2 e 3 - quando si parla, ad esempio, di aiutare i "down". Naturalmente vanno poi considerate tutte le varie altre leggi quadro, regionali, e quantaltro. Quindi no, le rivendicazioni non hanno base biologica: se così fosse, per esempio, l'aborto sarebbe vietato.

    Trovo corretto ciò che dici sul fatto che il nostro concetto di "dignità del vivere" sia arbitrario, ma il razionale dietro questi interventi di reinserimento lavorativo, ad esempio, è quello di aiutare questi individui a recuperare la propria salute psico-fisica e sociale (si, esiste pure questa) favorendone l'autonomia, in un'ottica di "empowerment". Questo è ciò che ho appreso, e a ciò mi attengo, fermo restando che purtroppo teoria e prassi spesso possono anche non coincidere.

    Andando alla questione del genere, forse ti sarai accorto già che il mio tono è stato un po' canzonatorio. Questo perché il mio genere non è molto diverso da quello di molti utenti di questo forum: sono anch'io un maschio etero e cis. Anch'io conosco il "principio della rana bollita" e potrei anch'io fantasticare tutto il giorno su prospettive potenzialmente apocalittiche, ma preferisco restare coi piedi per terra, e considerare la sconsideratezza di queste femministe e questi gay da te citati, come dei casi singoli di svarioni che non hanno finora trovato una vera base su cui poggiarsi - a meno di non credere che Bibbiano sia tutto un sistema, che si stia preparando il terreno per liberalizzare pedofilia e incesto, e via così. Io non lo credo proprio, ma ognuno creda quel che vuole, ci mancherebbe.

    Mi trovo invece d'accordo sul fatto che l'Incel non sia esattamente l'amichetto ideale del femminista con la bandiera LGBTQ+. La mia proposta "assurda" però ha origine da una riflessione: non solo l'Incel è, tecnicamente, appartenente ad un genere, che penso essere quello ancora maggioritario, cioè quello del maschio (frequentemente) e della femmina "cis", ma è pure socialmente e simbolicamente discriminato. Le differenze ideologiche tra gli Incel e i gender-femministi (termine che non esiste ma rende l'idea) però sono incolmabili. Per spiegare questo fenomeno di celibato, e questa discriminazione, Incel e GF utilizzano categorie molto diverse. Un Incel farà molto più riferimento alla sociobiologia, alla psicologia sociale, e a vari filosofi e teorici critici del neoliberalismo; gli altri faranno invece riferimento a teorie queer, femministe, marxiste, post-strutturaliste, dei diritti civili e quant'altro. Il punto di contatto tra i due, o almeno quello che io ho notato, è che sia l'Incel che il GF possono essere marxisti. Che ironia della sorte! eppure nemmeno questo basta: l'Incel non si infilerà nelle mutande (pardon, nel cuore) della femminista, e la femminista non vedrà nell'Incel l'eroe che abbatterà il patriarcato con tutto il capitalismo, o il capitalismo con tutto il patriarcato. Nel frattempo la femminista deciderà che tanto vale passare da bi-curiosa a lesbica con esclusive incursioni soltanto nel maschione aitante, e l'Incel dirà vaffanculo a Marx e a chi se l'è inventato, a sto punto tanto vale andare a destra.

    Penso che questa situazione di mezzo (si parla non a caso per gli Incel di "maschilità ibrida") sia piuttosto scomoda ma anche ricca di spunti. In qualche modo, le forze dell'Incel sono pronte ad essere canalizzate. Io non credo che si farà spazio per due entro un'unica coperta - dove questi due sono l'uomo e la donna, ovviamente - ma piuttosto che si andrà avanti di questo passo; quelli più giovani di me però sono legittimati a sognare un mondo più appagante per questa decrepita razza di cisgender eterosessuali (e anche su questo, ci mancherebbe altro)

    Mi hai dato molto su cui riflettere, grazie. Spero di leggerti spesso sul forum 🤩.
    Più che marxismo, che trovo fin troppo generico come termine (ma è solo la mia opinione) credo nella limitazione del liberismo.
    Autoritarismo come forma di condizionamento del mercato.
    Anche il test del Compass politico sembrerebbe darmi ragione, per quanto mi senta un po' idiota a prendere a modello quel tipo di schema, universale te riconosciuto come troppo influenzato dalla cultura americana e anglo-sassone.
    E hai ragione a dire che 2 rondini non fanno primavera, ma a preoccuparmi è il contesto verso cui ci stiamo avviando e le figure che hanno fatto apologia di pedofilia già godevano di prestigio sociale tale da permettere loro di esprimersi senza troppi grattacapi.
    A questo punto ringrazio l'entropia, la congiunzione astrale, il culo o tutti e 3 che queste dichiarazioni abbiano visto la luce quando lo scenario non era ancora così polarizzato e facile all'affermarsi delle più disparate minchiate.

    Non sono uno di quelli che pensa la causa del Nazismo sia stato solo Hitler, e non voglio lanciarmi in inutili allarmismi, ma sentendo l'aria che tira sto quasi sentendo una goccia di sudore scendermi dalla fronte.
     
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    CITAZIONE (Deusfur @ 11/12/2020, 23:54) 
    i prossimi dieci anni saranno decisivi, in un senso (la disfatta più totale) o nell'altro (l'avanzamento dei consensi verso le nostre idee).

    Deusfur , potresti definire la disfatta più totale, secondo la tua visione?
    Leggendoti la mia fantasia malata pensa subito a frotte di uomini costretti nei campi di correzione a scontare la pena per aver messo in forse la retorica femminista, i palazzi di giustizia tappezzati con i banner rosa col simbolo del cerchio con la croce satanica rivolta su fondo rosa e i reparti paramilitari marcianti a passo d'oca in camicia rosa con al posto della mano tesa, le dita intrecciate a losanga a mo' di utero.

    E spero proprio che questo forum non venga chiuso in nome del reato d'opinione (anche se lo chiameranno in un altro modo, ovviamente)
     
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    Per una definizione del termine "othering", che è proprio quello che il femminismo fa verso chi si oppone ad esso:
    www.verywellmind.com/what-is-othering-5084425
    Othering is often subtle and may involve unconscious assumptions about others. Here are some signs of this phenomenon:


    Attributing positive qualities to people who are like you and negative qualities to people who are different from you

    Believing that people who are different from you or your social group pose a threat to you or your way of life

    Feeling distrustful or upset with people of a social group even though you don’t know anyone from that group

    Refusing to interact with people because they are different from you or your social group

    Thinking that people outside your social group are not as intelligent, skilled, or as special as you and your group

    Thinking of people only in terms of their relationship with specific social groups without giving any thought to them as individuals
     
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    Questo non è un colletto ecclesiastico

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    CITAZIONE (Deusfur @ 21/3/2021, 16:58) 
    Per una definizione del termine "othering", che è proprio quello che il femminismo fa verso chi si oppone ad esso:
    www.verywellmind.com/what-is-othering-5084425
    Othering is often subtle and may involve unconscious assumptions about others. Here are some signs of this phenomenon:


    Attributing positive qualities to people who are like you and negative qualities to people who are different from you

    Believing that people who are different from you or your social group pose a threat to you or your way of life

    Feeling distrustful or upset with people of a social group even though you don’t know anyone from that group

    Refusing to interact with people because they are different from you or your social group

    Thinking that people outside your social group are not as intelligent, skilled, or as special as you and your group

    Thinking of people only in terms of their relationship with specific social groups without giving any thought to them as individuals

    ...che è quello che fanno a noi maledetti incel.

    Possibile che si inventino ogni genere di parola per tratteggiare un atteggiamento a loro dire "tossico" ma sono i primi a effettuarlo?
     
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    CITAZIONE (Damianpriest95 @ 21/3/2021, 18:00) 
    CITAZIONE (Deusfur @ 21/3/2021, 16:58) 
    Per una definizione del termine "othering", che è proprio quello che il femminismo fa verso chi si oppone ad esso:
    www.verywellmind.com/what-is-othering-5084425
    Othering is often subtle and may involve unconscious assumptions about others. Here are some signs of this phenomenon:


    Attributing positive qualities to people who are like you and negative qualities to people who are different from you

    Believing that people who are different from you or your social group pose a threat to you or your way of life

    Feeling distrustful or upset with people of a social group even though you don’t know anyone from that group

    Refusing to interact with people because they are different from you or your social group

    Thinking that people outside your social group are not as intelligent, skilled, or as special as you and your group

    Thinking of people only in terms of their relationship with specific social groups without giving any thought to them as individuals

    ...che è quello che fanno a noi maledetti incel.

    Possibile che si inventino ogni genere di parola per tratteggiare un atteggiamento a loro dire "tossico" ma sono i primi a effettuarlo?

    bravo, hai capito.
     
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12 replies since 7/12/2020, 23:58   1631 views
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