Femminismo, Ateismo, Politically correct, Universo Lgbt: i volti del declino attuale. Analisi politica della pseudo-sinistra attuale, dei suoi limiti, delle sue colpe.

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  1. BiodomTre
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    Posto l’analisi che mi ero messo a scrivere qualche giorno fa, spero sia interessante.

    Introduzione

    La società italiana attuale vive un apparente paradosso: da un lato la modernità sembra mettere in discussione i valori tradizionali e dall’altro, quegli stessi valori, sono fortemente sentiti dalla maggioranza della popolazione che ancora oggi, in essi, si riconosce.

    Famiglia, matrimonio, lavoro, uguaglianza ed intimi convincimenti religiosi vengono messi continuamente sotto attacco di un fuoco incrociato che origina da attori che hanno l’obiettivo dichiarato di abbatterli per fare piazza pulita di ciò che considerano vecchio e superato.

    Una società che deve cambiare in una certa direzione e che, tuttavia, sembra recalcitrante nel farlo: così sembrerebbe l’Italia di oggi, ad un ipotetico osservatore esterno.

    Si tratta, forse, di una società bipolare? O abbiamo a che fare con una società nella società?

    Visti i numeri in gioco si potrebbe affermare di no senza mezzi termini, eppure un senso di disagio pervade ugualmente gli animi degli italiani che avvertono uno scollamento tra i reali bisogni percepiti e la rappresentazione che viene loro quotidianamente somministrata rispetto a ciò che è individuato come necessario ed improcrastinabile.

    Se ragionassimo sulla morale, potremmo definire la moralità come la conformità a certe norme di comportamento (e di vita), relative a specifici princìpi.

    Poiché è chiaro che la morale si riferisce al complesso dell'ente sociale -che per sua natura è mutevole e soggetto a cambiamenti - è altrettanto pacifico che essa debba godere, contabilizzandola tra i suoi requisiti, di quell'elasticità in grado di assecondare i cambiamenti sociali: a meno che non si viva nell’incubo di uno Stato etico, come potrebbe esserlo un regime teocratico, la morale non prescinde e non precede la popolazione, ma genera e succede ad essa, definisce il suo nucleo di valori ed è un chiaro indicatore del suo intelletto complessivo.

    Chiunque, usando anche solo un minimo di buon senso, è in grado di capire che la morale non può in alcun modo precedere la società, semplicemente perché da essa non può essere scissa e soprattutto non può in alcun modo essere riferita a qualcosa di diverso da essa, nel preciso momento in cui la si osserva; possiamo, quindi, affermare con certezza che la morale sia un sottoprodotto della società, sensibile a quei cambiamenti cui la società stessa va incontro inesorabilmente: la morale è una cinghia di trasmissione sociale, ma per svolgere correttamente la sua funzione deve trovare solido aggancio nei valori comuni più profondi, senza snaturare da essi e, soprattutto, senza tradirli.

    Quando una società democratica muta, adegua il suo metro etico al cambiamento in atto, questo avviene di norma in maniera graduale, senza violenti strattoni, con una linearità quasi impercettibile: la società si adegua al suo stesso mutamento, registra un cambio di passo e non è in lotta con sé stessa.

    Al contrario un’etica calata dall’alto, come una cappa arbitrariamente imposta su valori decisi da terzi, può non rispecchiare il sentimento diffuso ed essere vissuta come un’imposizione; un cambiamento nell’etica repentino, perché disarticolato dalla reale percezione della maggioranza della popolazione ed imposto da minoranze numericamente insignificanti ma ben agguerrite, organizzate e rappresentate può diventare, nella migliore delle ipotesi, strumento di paralisi sociale e, nella peggiore, terreno fertile per attriti e frizioni che portano ad un clima di scontro , proprio come quello che stiamo vivendo ai nostri giorni.

    Ma chi sono gli auto-eletti rappresentanti di questa “modernità” ed in che misura rispecchiano realmente la società italiana, i suoi valori, le sue aspirazioni ed i suoi bisogni?

    Quel che è certo è che, queste spinte unilaterali, sono diventate sempre più violente ed aggressive nell’ultimo ventennio.

    Per capirne di più analizzeremo insieme, brevemente, la storia politica italiana (anche pre-repubblicana), e le sue caratteristiche del tutto peculiari. Successivamente, per logici motivi che sottendono alla sfera di appartenenza politica cui le rivendicazioni che abbiamo messo in analisi sono generalmente riconducibili, ci soffermeremo, più nel dettaglio, sull’analisi critica della sinistra italiana.

    Premesse storiche sulla politica interna: l’anomalia italiana.

    L’italia rappresenta una singolarità rispetto a qualunque altro paese, un unicum dato dalla complessa simbiosi con la Chiesa di Roma che è Religione ma che è anche Stato sovrano; le due entità, Stato Italiano e Stato Vaticano, hanno avuto -ed hanno tuttora- storia strettamente intrecciata: non si può comprendere la storia d’Italia, delle sue istituzioni e della sua politica, se non si tiene conto dell’influenza Vaticana.

    L’Italia ha da sempre anche storia massonica, è vero, tuttavia persino la Massoneria (ad oggi ancora attiva e che fu messa temporaneamente fuori gioco solo dalla ventennale parentesi nera), è sempre stata relegata al ruolo di spettatrice, sullo sfondo del tormentato quanto indissolubile rapporto tra lo Stato italiano e la Santa Sede; Santa Sede che, anzi, fortificò la sua influenza proprio durante il regime fascista, e basti ricordare che, in occasione dei Patti Lateranensi del 1929, la ccar riuscì a mantenere attivo ed in primo piano il movimento dell’Azione Cattolica affiancando, così, all’educazione fascista del sabato balilla (l’Opera nazionale balilla per l’educazione fisica e morale della gioventù), l’educazione cattolica alla domenica.

    Prima ho scelto il termine “tormentato” per riferirmi al rapporto storico Stato/Chiesa, e questo perché l’auspicio cavouriano di libera Chiesa in libero Stato, seppur autentico nell’intenzione, è rimasto un augurio disatteso con tutte le conseguenze del caso: un modello di laicità statale gambizzato, con l’Italia che non è riuscita mai a salire pienamente sul treno riformista come hanno fatto, invece, tutti gli altri paesi europei (pensiamo ai diritti strettamente personali, come ad esempio quelli relativi alle tematiche di fine vita).

    Tuttavia, nonostante un oggettivo gap di autodeterminazione rispetto alle altre democrazie occidentali, questa apparente limitazione del principio laico (seppur fortemente formalizzato e mai messo in discussione nella sua qualità di principio fondamentale), non si è mai tradotta in una sterzata integralista quanto, piuttosto, ha rappresentato un’opportunità che la popolazione italiana, con grande intelligenza, ha saputo cogliere perfettamente nel giusto equilibrio tra una normale, fisiologica, secolarizzazione ed il mantenimento di valori culturali e religiosi pienamente introiettati e condivisi, perché non è dato marginale quello che ci ricorda che, la religione cattolica, sia attualmente la religione degli italiani, quella stessa religione che in occasione del Giubileo a Roma ha mosso, nel 2016, numeri di oltre 21 milioni di pellegrini a Roma, con stima al ribasso per via della paura generata dagli attacchi terroristici del tempo e la stima specifica sul pellegrinaggio italiano ribassata di circa 2 milioni di presenze, per gli stessi motivi. Cifre da capogiro, a conferma della solidità del credo cattolico in Italia.

    Gli italiani hanno sempre visto nella Chiesa Cattolica l’ente morale di riferimento che gode nel Paese di una considerazione pubblica di rilievo, come emerge da tutte le indagini che rilevano il grado di fiducia della popolazione nei confronti delle istituzioni. Secondo la più recente ed estesa indagine condotta a livello nazionale su un campione rappresentativo di popolazione adulta (18-74 anni), il 64% degli intervistati dichiara di aver molta o abbastanza fiducia nella Chiesa Cattolica, percentuale significativamente superiore a quanto si rileva per le istituzioni simbolo della tripartizione del potere statale: la magistratura (potere giudiziario) con il 54%, il parlamento (potere legislativo) con il 35% e il governo (potere esecutivo) soltanto con il 29%.

    Si cade in errore, però, a pensare che quello italiano sia un popolo bigotto, perché l’Italia non è un paese di fedeli che seguono le direttive politiche dei vescovi e, storicamente, la popolazione ha dato prova di aver compiuto scelte secondo coscienza di indirizzo pienamente laico (si veda, nel ’74, la vittoria del “NO” al referendum abrogativo sul divorzio, promosso dalla DC ed affossato dal risultato di voto), avversando esclusivamente istanze contrarie al suo sentire più intimo (si veda l’astensionismo ai referendum abrogativi del 2005, sulla procreazione medicalmente assistita): come detto, un perfetto equilibrio laico tra modernità e valori morali.

    Una prova lampante che i valori cattolici siano pienamente introiettati e condivisi dalla larga maggioranza dal popolo italiano è data proprio dalla disintegrazione del partito dei cattolici.

    Oggi non esiste più un partito dei cattolici, non fino a come è stato inteso in passato e, certamente, non con gli stessi numeri. La DC è morta con Mani Pulite (come quasi tutto lo spettro partitico dell’epoca), ma dalle sue ceneri nessuna fenice si è alzata in volo, se non mediocri tentativi di mestieranti della politica che hanno provato, anni dopo, a riciclarsi sfruttando il ricordo dei fasti che furono, ma si è trattato di operazioni fallimentari, dovute ad errato calcolo politico.

    E, tuttavia, chi pensava che la Chiesa avesse avuto peso politico in funzione della DC, si è dovuto ricredere, visto che la Chiesa, oggi, sembra avere una nuova vita politica (anche se più frammentata) e, soprattutto, sembra essere più incisiva ed avere influenza praticamente in tutto lo spettro partitico.

    Perché avviene questo? Questo avviene proprio perché i valori che la Chiesa rappresenta sono realmente sentiti dagli italiani, e tracimano i confini partitici. La morte della DC non ha significato la contestuale morte dei valori cattolici, o la scomparsa dei cattolici in Italia; furono i valori della Chiesa Cattolica a rendere grande la DC e non viceversa, ed è per questo che la Chiesa sopravvive anche senza un contenitore politico specifico essendo, essa, di fatto transpartitica: quello che è successo dopo l’eutanasia per mano giudiziaria della DC e l’assorbimento dei suoi rimasugli da parte del nuovo Partito Popolare, è che molti politici, essendo “e” politici “e” cattolici, hanno iniziato a compiere le loro scelte all’interno di schieramenti diversi, ma in linea con i loro valori (anche), religiosi ed è questo che rende la Chiesa presente e protagonista in ogni parte politica. La Chiesa ha semre rispecchiato il popolo così come la politica, niente di più e niente di meno e, certamente, niente di cui stupirsi: e, tutto questo, fino a che la rappresentazione reale del Paese ha trovato correttamente spazio nei media e nel dibattito pubblico.

    Il terremoto politico iniziato nei primi anni ’90 portò, quindi, ad uno stravolgimento del sistema politico italiano, sia come configurazione che come sostanza.

    Caduti i grandi partiti che erano consolidati sulla scena da sempre, crollati PSI, PC, DC e quasi tutti gli altri (per via di un sistema truffaldino e corrotto che si era fatto norma non scritta), caduti anche i grandi nomi, L’Italia si preparava ad attestarsi su una concezione bipolarista della politica, ed è in questo quadro che inizia il mutamento di quell’area politica che finirà con un doppio tradimento di ideali e nel confluire, come ultimo stadio, in quello che oggi conosciamo come Partito Democratico.

    Il maggiore partito esponente della sinistra italiana, infatti, viene meno sia al compromesso storico su cui, fin dagli albori, la sinistra stessa ha fondato e giustificato la sua azione, e -soprattutto- viene meno all’ideale politico di sinistra, diventando al tempo stesso simulacro e tomba dei suoi valori autentici, avendone abbracciati nella sostanza degli altri, certamente meno impegnativi e di più semplice gestione, e lo ha fatto con la stessa disinvoltura del prestigiatore che sfila una carta dalla mano per sostituirla abilmente con quella che ha nascosta nella manica.

    Il dato incontestabile è che, storicamente, il PCI è sempre rimasto ancorato all’alleanza con i cattolici, e questo anche dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

    In tutta la sua storia, la sinistra comunista italiana ha sempre sostenuto che il suo rapporto preferenziale con la Chiesa fosse riconducibile alla presenza della Santa Sede e nella fede religiosa di gran parte degli italiani, trovando fondamento ideologico nel richiamarsi al pensiero di Antonio Gramsci che, nel 1920, scriveva: <<Lo Stato liberale ha dovuto trovare un sistema di equilibrio con la potenza spirituale della Chiesa: lo Stato operaio dovrà trovare anche esso un sistema di equilibrio>>.

    Ma è al “Migliore” che si deve l’idea di un “comunismo all’italiana”, cioè dell’alleanza di potere tra comunisti, cattolici e Chiesa in quella che fu intesa come “la via nazionale al socialismo”, con un’apparente presa di distanza da Mosca.

    Così la linea della collaborazione con i cattolici, definita di volta in volta “dialogo”, “incontro”, “alleanza tra le forze popolari” ha rappresentato, per i comunisti italiani, prima con Palmiro Togliatti e, successivamente, con Enrico Berlinguer e poi ancora per tutte le forze post-comuniste a seguire, il simbolo ed il tentativo continuo di una identità socialista del tutto peculiare (e necessaria), per mantenere un rapporto con la popolazione. La strategia di Togliatti mirava ad acquisire consenso nelle masse cattoliche ma, soprattutto, mirava ad allacciare rapporti con le strutture organizzate che esistevano dietro a quelle masse, la Chiesa di Pio XII e la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi: ed è proprio in quella prospettiva che il PCI non esitò, nell’Assemblea Costituente, a mostrarsi paradossalmente favorevole al rapporto concordatario tra Stato e Chiesa stabilito dal fascismo, perché è proprio in chiave antifascista che veniva caricata di significato la collaborazione tra comunisti e cattolici: <<Siamo convinti, dando il nostro voto all’articolo 7 (…) di compiere il nostro dovere verso la classe operaia e le classi lavoratrici, verso la democrazia e la Repubblica, verso la nostra Patria!>>. Così, il 25 marzo 1947, Palmiro Togliatti concludeva all’Assemblea Costituente il discorso a favore dell’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione, in sintonia con le pressanti richieste di Pio XII.

    La Conciliazione del 1929, che aveva chiuso la questione romana, (anche, e soprattutto, dietro compenso di denaro) passava di mano alla nuova Repubblica. Novantacinque deputati comunisti su centoquattro approvarono l’accordo stipulato l’11 febbraio 1929 da Benito Mussolini e dal cardinale Pietro Gasparri.

    La presa di posizione della sinistra sui diritti civili non era, quindi, assolutamente la priorità che è diventata oggi e, certamente, non avrebbe mai avuto in agenda stravolgimenti culturali ed imposizioni sulle masse di indirizzi quantomeno minoritari, e questo indipendentemente dalla discutibilità sostanziale delle rivendicazioni.

    E’ con il passare del tempo e con le successive mutazioni politiche post-comuniste della sinistra italiana che si verifica quel “doppio tradimento” (ideale e di intenti), a cui accennavo prima e questo per una serie di fattori: l’ambizione di trovare una collocazione europea pienamente riformista, unita all’incapacità politica di comprendere il fenomeno della globalizzazione e le nuove sfide che esso ha aperto sul fronte dei diritti lavorativi, ha portato la classe dirigente a fare proprie delle “sfide di comodo”, dimenticando completamente lavoro e lavoratori e spostando il fuoco sulla spinta esasperata dei diritti civili, facendosi bandiera acritica di qualunque istanza e svendendo, quindi, l’anima sull’altare del facile consenso, perché è molto più semplice abbracciare e farsi portavoce di lunghe lotte “sui principi” e battaglie (pseudo)culturali, piuttosto che imbarcarsi nell’impresa ardua di fornire risposte ai problemi concreti delle classi lavoratrici, nella contingenza stringente che l’attualità ci pone di fronte: bisognerebbe, in effetti, essere un partito di sinistra (!).

    Ed è in questo cambio di priorità che si verifica il tradimento a sangue freddo dei lavoratori che, avendo in tasca una tessera di partito con l’idea di difendere gli interessi di categoria, si ritrovano a dover appoggiare unioni gay, diritto di cittadinanza agli immigrati, accoglienza ai clandestini, battaglie ideologiche sul “femminicidio” a altre simili, eccetto ila difesa dei diritti (non pervenuti), dei lavoratori stessi.

    Tutto questo, ricordiamoci, è avvenuto in un orizzonte politico ormai di fatto modellato sul bipolarismo, e l’auto-identificazione della sinistra con quelle tematiche ha condizionato pesantemente tutto il dibattito politico (e laico), perimetrandolo in quella specifica area, arrivando ad avallare assurde inferenze per cui se sei di sinistra devi essere necessariamente a favore di queste rivendicazioni e se non lo sei… allora sei di destra ed intollerante: ma in tutto questo dove sono finite la misura politica, la sensibilità personale, le libertà di pensiero e di rispondere alla propria coscienza (anche), in linea con il sentimento religioso individuale ? Che posto trovano i convincimenti morali, religiosi, intimi e personali?

    Essi sono stati azzerati e messi fuori gioco (quasi a doversene vergognare, qualora se ne fosse portatori), da una politica che misura a spanne e che, come un bulldozer, passa sopra alle altrui sensibilità giustificando tale azione in virtù di “altre sensibilità”, probabilmente ritenute superiori.

    Nel frattempo la sinistra, dopo aver barattato il suo ideale politico col finto impegno civile (cioè con il disimpegno attivo), ha anche provocato una sostituzione parziale del suo elettorato, non propriamente voluta ma nemmeno rinnegata o, successivamente, recuperata: un effetto collaterale delle sue scelte sciagurate.

    Molti lavoratori hanno abbandonato un partito di fatto scollegato dalla base storica e votano per protesta movimenti e populismi vari, che intanto crescono e si rafforzano.

    Nella "sinistra" si riversa il voto, prima impensabile, di ceti sociali di tutt'altra estrazione: si pensi al paradosso di un imprenditore facoltoso che vessa i suoi diplendenti e vota "sinistra" solo perché omosessuale ed ha interesse a vedere modificata la legislazione sulla famiglia. E'un caso d'esempio del tutto attendibile, che ci fornisce il metro della mutazione sui valori.

    Il dibattito pubblico, oggi, è ammorbato dallo “ius soli”, dalle adozioni per le coppie omosessuali, dalle presunti privilegi maschili nei confronti delle donne, fino ad arrivare alla sessualizzazione insensata della violenza, con sostegno a tutte quelle iniziative “contro la violenza di genere”, dall’apertura a tappeto di centri antiviolenza su tutto il territorio nazionale fino alla retorica spicciola dell’installazione di panchine rosse assunte d’un tratto a simbolo di impegno (?) contro la di violenza di genere.

    Ecco, in Italia, non esistono altri problemi che non siano relativi ai temi citati: i lavoratori sono stati completamente rimossi dalla dialettica degli schieramenti e abbandonati dalla sinistra almeno da trent’anni a questa parte.

    Pensiamo agli anni recenti: quando dopo gli eventi di Mirafiori e dopo lo sbandierato “utile da record” del 2018 , l’anno seguente, FCA (fregandosene dei lavoratori italiani e di tutti gli aiuti che per una vita ha ricevuto dallo Stato italiano), ha continuato nell’opera di riduzione occupazionale sul territorio, delocalizzando in Polonia, stringendo accordi per costruire un insediamento produttivo a Detroit e sottraendo contestualmente altri 6.000 (S E I M I L A ) posti di lavoro, dov’era la sinistra? L’abbiamo vista nelle piazze, nei salotti tv, in Parlamento, occuparsi dell’argomento? Su cosa sbraitava la sinistra, nel marzo del 2019? E il Parlamento, di cosa si occupava?

    Dall’osservazione dei dati forniti dalla Direzione Relazioni Istituzionali sul monitoraggio mensile del pluralismo politico nelle reti Rai, non risulta che l’Agenda politica del mese in questione riporti traccia dei fatti prima citati, perché il sistema informativo risultava occupato a dare risalto a ben altre questioni, al confronto parlamentare sulla TAV; alle elezioni interne del PD con relativa beatificazione di Zingaretti; al risultato di voto della Basilicata; alla Festa della donna e poco altro. Nessuna notizia di politica interna si fa carico del problema occupazionale. All’altare del sistema informativo, il contro altare del comportamento istituzionale non è da meno: “I Soggetti Istituzionali hanno avuto una visibilità concentrata sui seguenti eventi: la visita in Italia del Presidente cinese Xi Jinping, con le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Mattarella a margine del vertice con il Presidente cinese, focalizzate sulla necessità del rispetto della dignità dei lavoratori e dell’ambiente; la celebrazione della Festa della Donna al Quirinale, con l'intervento del Presidente della Repubblica contro la schiavitù sessuale e la tratta delle prostitute, e sull'importanza della Legge Merlin per impedire lo sfruttamento della prostituzione, e con l’intervento della Presidente del Senato Casellati sulla storia dell’emancipazione femminile; l'attentato terroristico razzista di Christchurch, con la condanna di ogni forma dii violenza e il richiamo alla convivenza civile fatto dal Presidente della Repubblica in occasione dell'inaugurazione dell'Anno accademico all'Università di Ancona; il richiamo del Presidente della Repubblica alla tutela dell'Ambiente compiuto in occasione della visita in Veneto ai monti colpiti dal nubifragio di novembre, e ai resti della diga del Vajont; la commemorazione del diciassettesimo anniversario della morte di Marco Biagi, con l'intervento del presidente della Repubblica per un ricordo dl Giuslaburista; la premiazione al Quirinale degli "Eroi civili", i cittadini modello che si sono distinti in particolari atti di solidarietà”.


    Accollandosi l’onere (comodo), di rivendicazioni “avanguardistiche” nell’ambito dei diritti civili la sinistra ha quindi abdicato completamente al suo ruolo originario, rinunciando ai lavoratori per stringere nuove alleanze con l’universo lgbt, il mondo dell’immigrazione, il femminismo fanatista.

    Ma più la sinistra si stringe a queste realtà, pensando di orientarle a suo vantaggio, più viene da queste soffocata, con il manipolatore che finisce per essere il manipolato, svuotato del suo nucleo valoriale più autentico e completamente appiattito e dipendente sulle, e dalle, posizioni che pensava ingenuamente di poter dominare.

    E’ stato fatto, quindi, il gioco di minoranze agguerrite che si sono ritrovate dalla condizione numericamente insignificante di marginalità riconosciute (e in sé stesse tutelata, come da carta costituzionale), a minoranze oltranziste organizzate e ben rappresentate politicamente, tanto da radicarsi fino ad imporsi nel calendario politico con un’urgenza e un’improcrastinabilità mai viste prima, nemmeno quando si è trattato di mettere in atto leggi speciali anti mafia.

    Si è passati quindi dalla “rivendicazione dei propri diritti” a pretesa di “prevaricazione sui diritti altrui”, senza più alcuna distinzione tra il personale ed il collettivo, tra l’interesse ed il diritto individuale e l’interesse collettivo, in un delirio di onnipotenza di queste categorie che non hanno più alcuna remora a percepirsi “più uguali” di fronte legge, “più cittadini” rispetto ad altri, “più tutelabili”, “più rispettabili”...sostanzialmente “superiori”, potremmo azzardarci a dire: tutto verte attorno alla loro sessualità (come se questa fosse il centro del mondo), alla loro visione del mondo (nel caso deli atei), al loro essere “vittime” (nel caso delle litanie femministe, autoreferenziali e prive di fondamento come già, qui, dimostrato e mi riferisco all'analisi sul Patriarcato).

    Nel corso degli anni ’90 iniziarono a consolidarsi sul territorio anche le associazioni di atei, il cui zoccolo duro di iscritti ha sempre orbitato nell’influenza politica della sinistra.

    Inizialmente le rivendicazioni atee nei confronti dell’assetto statale in merito all’applicazione del principio supremo di laicità avevano ragioni d’essere oggettive (seppur opinabili), riconducibili genuinamente al punto di vista di chi aveva una concezione non teista della vita, rivendicazioni riconducibili alla destinazione dei soldi pubblici, con perplessità sulla trasparenza del meccanismo dell’otto per mille (salvo poi, con la coerenza di uno schizofrenico, condurre una battaglia che ha permesso loro di inserirsi nella mangiatoia e riuscire ad ottenere con lo stesso meccanismo la destinazione del 2 per mille, ma questa è un’altra storia); con critiche circa l'inserimento nella scuola degli insegnanti di religione cattolica senza concorso pubblico e con nomina diretta del vescovo;
    critiche relative all'esenzione del pagamento della tassa sugli immobili per il patrimonio immobiliare ecclesiastico, con particolare riferimento a quello destinato ad attività commerciali, ecc.

    Si trattava quindi di critiche del tutto legittime nei confronti di alcuni privilegi di tipo economico che lo Stato avrebbe riservato alla Chiesa, critiche che rientravano effettivamente nel tipo di attività che ci si aspetterebbe dalle associazioni atee.

    Se diamo uno sguardo all’indirizzo odierno delle associazioni atee (consideriamo ad esempio la più nota UAAR), risulterà impresa ardua distinguerle da associazioni propriamente lgbt: completamente appiattite anch’esse su quelle posizioni.

    Questo è avvenuto perché la base associativa è composta principalmente da elettori di sinistra (nonostante tali associazioni si dichiarino apolitiche), che hanno come interlocutore un partito senza più alcun contatto con il suo autentico retaggio ideale, e questo meccanismo perverso crea un effetto domino anche all’interno di associazioni sostanzialmente affini. L’elettore di sinistra (animato, da sempre, da un ingiustificato “complesso di superiorità”), ha smarrito qualunque riferimento agli autentici ideali socialisti assimilandone, per sostituzione, degli altri che sono, appunto, diversi.

    I partiti di sinistra, nel resto del mondo, fanno una cosa molto semplice, che in Italia sembra dimenticata: si battono per gli interessi dei lavoratori del proprio paese.

    Orientamenti sessuali, immigrazione incontrollata e discussioni sulla cittadinanza, difesa a oltranza del femminismo ideologico, opinabile censura del linguaggio (leggi Politically correct), cosa c’entrano con i lavoratori?

    Paradossalmente, anche l’agevolazione del migrante meramente “economico”, da parte di un partito di sinistra potrebbe non essere la scelta ideale per la tutela dei lavoratori del proprio paese. Lavorare è un diritto, certo, ma è un diritto per i cittadini dello Stato, non è un diritto di chiunque giunga dall’estero e, ribadirlo, può essere “di sinistra”, per quanto assurdo oggi ci possa sembrare.

    Ad esempio il moderno e democratico Canada, che non è l’Unione Sovietica di Stalin tantomeno la Germania nazista, applica un rigoroso controllo delle proprie frontiere, con particolare attenzione ai flussi migratori e regolando fortemente anche il fenomeno migratorio meramente economico: un programma recente sulle attività della Polizia di frontiera canadese, documenta inequivocabilmente come gli ispettori rimandino indietro anche cittadini americani con l’idea e i mezzi per lavorare in Canada (quindi non propriamente gente che scappa dalla guerra o altri sventurati), un ispettore dice apertamente, ad un americano determinato ad impiantare una ditta in Canada: “Se tu vieni a fare l’elettricista in Canada, togli il lavoro ad una ditta canadese, per questo non ti permetto l’accesso sul territorio nazionale”.

    Questo comportamento, alla luce dei nuovi valori della sinistra italiana, lo possiamo considerare “di sinistra” o “di destra”? A sentire gli esponenti della sinistra italiana questo sarebbe un comportamento “razzista”, “di destra”, “intollerante”, “ignorante” e via dicendo, invece si tratta dell’applicazione delle politiche del Partito Liberale Canadese, espressione del centrosinistra canadese che non sta facendo altro che difendere il lavoro dei cittadini canadesi.

    Amplificando, quindi, a dismisura la rappresentanza di istanze socialmente elitarie, fanatiche ed intransigenti, e fornendo loro una visibilità ed un microfono politico che va bel oltre il loro reale peso specifico all’interno della società, si è finito per restituire una rappresentazione del reale del tutto falsata e non in linea con il pacchetto valoriale della popolazione comune che non si riconosce più all’interno di un dibattito pubblico che sembra averla dimenticata e racconta altro con un linguaggio sgradevole: si impara a comprenderlo, certo, ma non c’è molto spazio per il contraddittorio o vera possibilità di replica.

    Il fuoco si è ben presto spostato dal ragionare sui diritti delle minoranze, all’imposizione di presunti diritti delle minoranze sui diritti di terzi.

    Il principio che ci ricorda come il diritto personale “termina quando inizia il diritto dell’altro” sembra valere per tutti, eccetto che per gli esponenti di queste minoranze militanti.

    Togliere la centralità dei valori cattolici dal dibattito pubblico è stato quindi funzionale allo scardinamento dell’istituzione familiare per legittimare l’ingresso a gamba tesa, nell’opinione pubblica, di nuovi presunti diritti che, messi come una pallina su di un piano (ideologico), inclinato hanno portato ben presto a far reclamare come “diritti” delle vere e proprie prevaricazioni e, tutto questo, in un contesto dove il Politically Correct, sottoprodotto e cane da guardia di tali rivendicazioni, stabilisce il confine della critica e di ciò che è lecito o non lecito dire (e pensare), codificando un proprio linguaggio liturgico a cui non si può fare altro che conformarsi belando, perché chi si rifiuta subisce la rappresaglia immediata del marchio infame di “discriminatore”.

    Ma i diritti civili sono diritti sacrosanti nella misura in cui il loro esercizio non sia prevaricante degli altrui diritti.

    Il diritto all’eutanasia è un diritto civile per cui vane la pena battersi, fino a che riguarda adulti consapevoli che scelgono per sé stessi in coscienza o tramite testamento biologico.

    Allo stesso modo, gli omosessuali hanno tutto il diritto a non vedersi discriminati per il proprio indirizzo sessuale, ma la discriminazione va intesa come non subire trattamento differente e discriminatorio per l' accesso al lavoro, o nel trattamento pensionistico, o nell'accesso alle cure o, ancora, in relazione alla tassazione e tutto ciò che è strettamente personale, altrimenti diventa una stortura concettuale voler ampliare questo diritto fino ad estenderlo a dismisura e permettendo loro di accampare pretese su altre individualità. Sull’adozione dei minori, ad esempio, perché il minore a sua volta è un altro soggetto di diritto e se un bambino nasce, in natura, da un padre e da una madre, è elementare comprendere che sia solo in violazione di un suo diritto naturale che si possa pensare di farlo crescere da due persone dello stesso sesso.

    Ancora più aberrante è il ricorso allo della tecnica medica in relazione al diritto degli omosessuali a procreare un figlio (e qui siamo nella follia pura), perché si programma addirittura una violazione preventiva di un diritto individuale (quello di un bambino), e l’esistenza di una nuova vita per il soddisfacimento egoistico di smodate brame omosessuali.

    Fortunatamente almeno per ora, i giudici italiani, si esprimono ancora contrari circa questa questa possibilità, tuttavia abbiamo assistito al caso di un politico nazionale di sinistra, sostenitore femminista, il quale dopo aver passato la sua intera carriera politica a dichiararsi rispettoso della Costituzione e delle leggi emanate dal Parlamento (di quello stesso Paese che lo ha reso baby-pensionato a circa 10.000€ mensili e con soli 10 anni di contributi), ha pensato bene, in barba alle leggi italiane, di recarsi all’estero per fare quello che qui non è permesso, per motivi sia legali che morali: pagare una donna e sfruttare la tecnica medica per utilizzarla come un oggetto, alla stregua di un’incubatrice (alla faccia anche del femminismo sbandierato e di facciata), facendole crescere in grembo un bambino progettato per nascere già privo del più elementare dei diritti, traducibile nell’avere una madre di sesso femminile ed un padre di sesso maschile, e non due maschi omosessuali, di cui uno scimmiotta grottescamente una madre, mettendo per giunta in atto la simulazione allucinata dell’allattamento, con tanto di tetta artificiale indossata con la disinvoltura con cui si indossa una borsa a tracolla; come se lo snaturamento del ruolo biologico si risolvesse con una mascherata carnevalesca. Ulteriore sdegno provoca il solo pensiero di considerare che una donna che si presta a questo scempio fisico e psicologico dietro compenso di denaro, evidentemente non è in ottime condizioni economiche, e cosa fa il nostro femminista paladino dei più deboli e dei lavoratori in salsa italiana? Sfrutta con il denaro una donna, probabilmente lavoratrice, e certamente meno abbiente. Sono sicuro che Marx scriverebbe un paio di altri tomi, al riguardo.

    Da qui l’importanza di favorire con ogni mezzo (intellettuale e politico), il ritorno di una politica (soprattutto a sinistra) si deconfessionalizzata, com’è giusto che sia, ma nuovamente attenta alla specificità italiana, facendo in modo che la Chiesa ritorni ad essere, e rimanga, un riferimento autorevole per la società laica, altrimenti il rischio è quello di configurare uno Stato distopico, slegato da un nucleo valoriale autenticamente condiviso, perché basato su egoismi di categoria e, soprattutto, di quelle categorie che meglio riescono nel farsi rappresentare.

    Edited by BiodomTre - 31/3/2021, 20:18
     
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  2. Eric Lauder
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    Attenzione, qui stai facendo non volendo un favore alle femministe:

    CITAZIONE
    Ancora più aberrante è il ricorso allo della tecnica medica in relazione al diritto degli omosessuali a procreare un figlio (e qui siamo nella follia pura), perché si programma addirittura una violazione preventiva di un diritto individuale (quello di un bambino), e l’esistenza di una nuova vita per il soddisfacimento egoistico di smodate brame omosessuali.

    La condanna deve essere verso CHIUNQUE concepisca un figlio senza entrambi i genitori, altrimenti diventa autolesionismo.
    Le madri single (comprese quelle che si fanno inseminare artificialmente e quelle per scelta) sono ALMENO CINQUE-SEI VOLTE e probabilmente di più, nonché in crescita maggiore + con potenziale di crescita maggiore.
    Parlarne in termini solo di omosessuali è proprio ignorare l'elefante nella stanza, l'unica cosa da stabilire è chi lo faccia apposta e chi invece è un po' lento a capire numeri e proporzioni, o magari distratto...

    https://theindependentmanitaly.wordpress.c...attofemministi/
     
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  3. Eric Lauder
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    Di fronte ai numeri suddetti l'unica reazione possibile è "azzo, non ci avevo pensato!" e regolarsi di conseguenza altrimenti si fa il gioco delle femministe che promuovono la figura della madre single, che non ha bisogno di un uomo e cresce il figlio senza padre: a mio parere è proprio impossibile fare attivismo maschile trascurando sistematicamente di puntare il dito anche contro le madri single. SPECIE viste le proporzioni numeriche.
    Non può esserci alcun beneficio di alcun tipo a nascondere di fatto sotto il tappeto il discorso madri single, può solo danneggiare gli uomini.

    Questo è esattamente quello che intendevo quando dicevo che al di fuori di TIMI vedo solo tanta gente che brancola nel buio: parlare SOLO di omosessuali senza citare le madri single dal punto di vista dell'attivismo maschile è al meglio inutile, al peggio dannoso (si tratta comunque di proteggere le madri single, anche se involontariamente) - in pratica l'attivismo fatto in questo modo non è neanche attivismo maschile, è "pro-bambini ma anche e di più pro-madri single" quindi è il solito "Donne e bambini" con le Donne prima e maiuscole, senza gli uomini.
     
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  4. BiodomTre
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    Da quello che mi rispondi credo tu non abbia letto nemmeno il titolo. L'hai letto?
     
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  5. Eric Lauder
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    CITAZIONE (BiodomTre @ 31/3/2021, 20:36) 
    Da quello che mi rispondi credo tu non abbia letto nemmeno il titolo. L'hai letto?

    Ho letto tutto e ho citato una parte ben specifica.
    E ti ripeto: non è neanche lontanamente plausibile preoccuparsi dei diritti dei bambini fregandosene delle madri single.
    E non è neanche lontanamente plausibile preoccuparsi dei diritti maschili e non fare caso alla promozione femminista delle madri single.

    Certi errori madornali vanno semplicemente corretti, altrimenti l'unica cosa che ottieni è proteggere, nascondendola, la politica femminista di promozione delle madri single, e di fatto una cosa simile è inutile o persino dannosa per la causa maschile.
     
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  6. Eric Lauder
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    L'unica cosa che si può dire a tua parziale giustificazione è che questo è un forum incel, quindi con una sua ben precisa prospettiva.
    Ma ho visto gente (non uno solo, tanti, forse la maggioranza) che parla di paternità che utilizza il medesimo argomento tuo, fregandosene delle madri single: secondo me se un discorso simile tralascia le madri single, cioè proprio l'elefante nella stanza, è utile alla causa maschile MENO di andare a pescare o andare a giocare a bocce, quindi l'utilità è sottozero (invece per pescare e giocare a bocce l'utilità è zero).
     
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  7. BiodomTre
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    Te la faccio semplice:

    O non hai capito un cazzo, o mi consideri un coglione. E non sono un coglione.

    A te le conclusioni. Detto questo, ti risponderò nel merito domani (ora ho altro da fare, e non a te, ma per smontare l'idiozia che hai scritto), e sarà l'ultima risposta che ti darò, dopodiche lasciami perdere, non rivolgerti a me direttamente, perché ho visto il tuo modo di fare con me e ti considero un provocatore, e poco più di questo. Non ho chiesto il tuo parere non mi rivolgevo espressamente a te, fai tu un'analisi tua e scrivici il cazzo che ti pare. Non devo risposte a te, sulla base della segatura che hai nel cervello.
     
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  8. Eric Lauder
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    Va bene, ma se puoi domani rispondi nel merito sulle madri single.

    Certo che è provocatorio far notare che hai dimenticato l'elefante nella stanza, ma è assolutamente necessario.
    Non basta utilizzare idee di altre prospettive, i diritti maschili debbono essere visti nella prospettiva dei diritti maschili, e le madri single sono l'elefante nella stanza per il discorso "i bambini hanno bisogno di due genitori" visto nell'ottica dei diritti maschili che DEVE essere focalizzato sul fatto che ci deve essere il padre.
    Le altre prospettive poi hanno TUTTE un "piccolo" (eufemismo) difetto per i nostri scopi: sono TUTTE inquinate dal ginocentrismo, non se ne salva una. C'è ginocentrismo persino tra gli attivisti maschili, figurati altrove.
     
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    Non ho letto il post di Biodom (solo qualche capoverso), ma penso (per rispondere alla legittima preoccupazione di Eric) che su questo forum siamo tutti d'accordo sul fatto che le madri single sono un cancro e non vanno sovvenzionate in alcuna maniera.
    Tutte le proposte le iniziative politiche e legislative effettuate negli ultimi anni, dietro l'espressione "sostegno alla famiglia" in realtà contenevano un sostegno esclusivo e totale per le donne, per le madri single. Erano (e sono) proposte contro la famiglia, altro che "pro-famiglia".
     
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  10. Eric Lauder
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    Appunto.
    E secondo me una delle ragioni per cui c'è tanto sostegno alle madri single è che NESSUNO le critica, neanche nell'attivismo maschile.
    Se facessimo una ricerca (è una chiave difficile da usare, purtroppo, perché può essere scritto in tantissime forme leggermente differenti) con "diritto del bambino ad avere due genitori" e tutte le varianti linguistiche possibili praticamente avremmo SOLO articoli che parlano di omosessuali o di coppie che si separano, senza mai il minimo accenno alle madri single. E questo vale tanto nei siti tradizionalisti come in quelli maschili.
    E' proprio come se la prospettiva "il bambino ha diritto ad avere due genitori" fosse in realtà "il bambino ha diritto ad avere due genitori, oppure una madre single": le due affermazioni sono nella pratica interscambiabili, come fossero sinonimi. Come se il padre contasse solo se c'è, ovvero se gli portano via il bambino con la separazione, mentre se non c'è se ne può fare a meno.
     
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    CITAZIONE (Eric Lauder @ 31/3/2021, 23:27) 
    Appunto.
    E secondo me una delle ragioni per cui c'è tanto sostegno alle madri single è che NESSUNO le critica, neanche nell'attivismo maschile.
    Se facessimo una ricerca (è una chiave difficile da usare, purtroppo, perché può essere scritto in tantissime forme leggermente differenti) con "diritto del bambino ad avere due genitori" e tutte le varianti linguistiche possibili praticamente avremmo SOLO articoli che parlano di omosessuali o di coppie che si separano, senza mai il minimo accenno alle madri single. E questo vale tanto nei siti tradizionalisti come in quelli maschili.
    E' proprio come se la prospettiva "il bambino ha diritto ad avere due genitori" fosse in realtà "il bambino ha diritto ad avere due genitori, oppure una madre single": le due affermazioni sono nella pratica interscambiabili, come fossero sinonimi. Come se il padre contasse solo se c'è, ovvero se gli portano via il bambino con la separazione, mentre se non c'è se ne può fare a meno.

    lo so; ma se può esserti di una qualche consolazione, qui lo abbiamo fatto molto spesso (io, sempre, pure sulla pagina della Bonetti -per quel che vale, cioè zero-).
    Credo comunque che anche la parte della qm che si riconosce nei Maschi Selvatici sia su posizioni analoghe, ma purtroppo è un movimento che si è sciolto.
     
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  12. Eric Lauder
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    In tanti punti l'analisi che fa è ottima, ma è una fallacia macroscopica.
    Quel che è più grave ancora è che praticamente ovunque lo si faccia notare quasi tutti difendono questa fallacia: come se difendere le madri single fosse ritenuto importante per i diritti maschili.

    Questo è una delle ragioni per cui il mio blog è inteso più a memoria delle generazioni future che per quella attuale: io vedo come pressoché impossibile che la generazione attuale possa fare qualcosa di concreto, proprio per la pervicacia nel difendere alcuni elementi del femminismo, c'è moltissima retorica anti-paterna, anche se solo implicita, anche nell'attivismo maschile e per il momento sembra STRUTTURALE, non frutto di una svista o una dimenticanza.
     
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  13. BiodomTre
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    CITAZIONE (Deusfur @ 31/3/2021, 23:09) 
    Non ho letto il post di Biodom (solo qualche capoverso), ma penso (per rispondere alla legittima preoccupazione di Eric) che su questo forum siamo tutti d'accordo sul fatto che le madri single sono un cancro e non vanno sovvenzionate in alcuna maniera.
    Tutte le proposte le iniziative politiche e legislative effettuate negli ultimi anni, dietro l'espressione "sostegno alla famiglia" in realtà contenevano un sostegno esclusivo e totale per le donne, per le madri single. Erano (e sono) proposte contro la famiglia, altro che "pro-famiglia".

    <3 Hai scritto una cosa talmente ovvia, che mi sembra davvero assurdo dover rispondere a una critica pretestuosa, domani infatti non dovrò fare altro che ribadire l'ovvio,magari spiegandolo col cucchiaino, e comunque dovrò prendermi il fastidio. Non è mia intenzione alzare i toni, ma ci sono poche cose che mi irritano più di "non hai menzionato A, quindi segue B", in un contesto dove non è assolutamente necessario menzionare A, se si legge (con la volontà di comprendere), tutto il resto. Anzi mi tolgo il dente ora. Prima di tutto già dal titolo, condanno apertamente il femminismo, quindi solo pretestuosanente potevi pensare che io fossi d'accordo o avallassi "madri femministe che adottano". Chiaro che no, notazione inutile.
    In secondo luogo non è un'analisi propriamente incel, non so come tu lo ricavi questo dato, gli incel non sono nemmeno menzionati. Continuo a vedere che non hai letto un tubo, ma hai scorso, trovato un periodo dove pensavi di poterti attaccare, per attaccarmi.
    Terzo, ed ultimo, è un'analisi che verte maggiormente sulla sinistra italiana, lo spiega sempre il titolo. Per analizzare gli errori ho toccato alcuni argomenti, non tutti, ne avrei potuti metterne altri, non sarebbe stato cmq esaustivo, ma l'ho organizzata così e dato questo filo logico che, bada, non danneggia o svilisce altri argomenti, né avversa concetti con cui è chiaramente in linea, pur non menzionandoli: d'altra parte, se non te ne fossi accorto, tutta l'analisi non è altro che è una messa in evidenza della necessità di un ritorno a valori tradizionali di stampo cattolico... ce la vedi la Chiesa cattolica apostolica e romana, appoggiare mamme single femministe che adottano figli in autonomia? No, così tanto per dire. Allora, se c'è un elefante, questo sta solo nella tua testa a grattarsi il culo con la proboscide, quindi o ti rivolgerai a me in futuro con spirito autenticamente aperto al dialogo, oppure evita di rivolgermi la parola per prendere un trafiletto di una cosa che non hai letto x intero e farmi la lezioncina pretestuosa. Se tu avessi letto davvero, per esempio, ti saresti chiesto se l'azione di Togliatti fu vera gloria o un madornale errore di calcolo politico, alla luce di quello che vediamo oggi, e se la presa di distanza da Mosca fu autentica o di interesse e, se non ci fosse stata, che situazione avremmo avuto oggi. Queste sarebbero state cose sensate, oppure se proprio volevi porre una critica ad un punto evidentemente più debole della mia analisi, potevi obiettare i rapporti di forza tra sinistra e destra, visto che così com'è scritta sembra che la destra stia in un mondo a parte e la sinistra fa il bello e il cattivo tempo, e ti avrei potuto rispondere con cognizione di causa, gentilmente e volentieri. Invece no, le "femministe che adottano". Vabbè, ok.

    Edited by BiodomTre - 1/4/2021, 00:30
     
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  14. BiodomTre
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    E qui non ci torno più sopra sia chiaro, ho appreso la lezione con te, sei quello dell'ultima parola ad oltranza. Accomodati pure, prego.
     
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  15. Eric Lauder
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    CITAZIONE (BiodomTre @ 1/4/2021, 00:12) 
    CITAZIONE (Deusfur @ 31/3/2021, 23:09) 
    Non ho letto il post di Biodom (solo qualche capoverso), ma penso (per rispondere alla legittima preoccupazione di Eric) che su questo forum siamo tutti d'accordo sul fatto che le madri single sono un cancro e non vanno sovvenzionate in alcuna maniera.
    Tutte le proposte le iniziative politiche e legislative effettuate negli ultimi anni, dietro l'espressione "sostegno alla famiglia" in realtà contenevano un sostegno esclusivo e totale per le donne, per le madri single. Erano (e sono) proposte contro la famiglia, altro che "pro-famiglia".

    <3 Hai scritto una cosa talmente ovvia, che mi sembra davvero assurdo dover rispondere a una critica pretestuosa, domani infatti non dovrò fare altro che ribadire l'ovvio,magari spiegandolo col cucchiaino, e comunque dovrò prendermi il fastidio. Non è mia intenzione alzare i toni, ma ci sono poche cose che mi irritano più di "non hai menzionato A, quindi segue B", in un contesto dove non è assolutamente necessario menzionare A, se si legge (con la volontà di comprendere), tutto il resto. Anzi mi tolgo il dente ora. Prima di tutto già dal titolo, condanno apertamente il femminismo, quindi solo pretestuosanente potevi pensare che io fossi d'accordo o avallassi "madri femministe che adottano". Chiaro che no, notazione inutile.
    In secondo luogo non è un'analisi propriamente incel, non so come tu lo ricavi questo dato, gli incel non sono nemmeno menzionati. Continuo a vedere che non hai letto un tubo, ma hai scorso, trovato un periodo dove pensavi di poterti attaccare, per attaccarmi.
    Terzo, ed ultimo, è un'analisi che verte maggiormente sulla sinistra italiana, lo spiega sempre il titolo. Per analizzare gli errori ho toccato alcuni argomenti, non tutti, ne avrei potuti metterne altri, non sarebbe stato cmq esaustivo, ma l'ho organizzata così e dato questo filo logico che, bada, non danneggia o svilisce altri argomenti, né avversa concetti con cui è chiaramente in linea, pur non menzionandoli: d'altra parte, se non te ne fossi accorto, tutta l'analisi non è altro che è una messa in evidenza della necessità di un ritorno a valori tradizionali di stampo cattolico... ce la vedi la Chiesa cattolica apostolica e romana, appoggiare mamme single femministe che adottano figli in autonomia? No, così tanto per dire. Allora, se c'è un elefante, questo sta solo nella tua testa a grattarsi il culo con la proboscide, quindi o ti rivolgerai a me in futuro con spirito autenticamente aperto al dialogo, oppure evita di rivolgermi la parola per prendere un trafiletto di una cosa che non hai letto x intero e farmi la lezioncina pretestuosa. Se tu avessi letto davvero, per esempio, ti saresti chiesto se l'azione di Togliatti fu vera gloria o un madornale errore di calcolo politico, alla luce di quello che vediamo oggi, e se la presa di distanza da Mosca fu autentica o di interesse e, se non ci fosse stata, che situazione avremmo avuto oggi. Queste sarebbero state cose sensate, oppure se proprio volevi porre una critica ad un punto evidentemente più debole della mia analisi, potevi obiettare i rapporti di forza tra sinistra e destra, visto che così com'è scritta sembra che la destra stia in un mondo a parte e la sinistra fa il bello e il cattivo tempo, e ti avrei potuto rispondere con cognizione di causa, gentilmente e volentieri. Invece no, le "femministe che adottano". Vabbè, ok.

    Se ce la vedo la chiesa cattolica a difendere le mamme single?
    ALTROCHE'!
    Eccola qui:
    CATTOLICI CHE SI SCHIERANO PIU' DELLE FEMMINISTE A FAVORE DELLA MADRE FALSA ACCUSATRICE, DICENDO ADDIRITTURA CHE AFFIDARE IL FIGLIO AL PADRE E' "SISTEMA BIBBIANO":
    https://theindependentmanitaly.wordpress.c...oppie-lesbiche/
    CATTOLICI CHE DIFENDONO MADRE SINGLE CHE VA IN VACANZA CON L'AMICA (LESBICHE O VANNO A FARSI TROMBARE DEI MASCHIONI?) MOLLANDO IL FIGLIO:
    https://theindependentmanitaly.wordpress.c...andare-a-volte/
    CATTOLICI CHE ATTACCANO GLI MRA:
    https://theindependentmanitaly.wordpress.c...accano-gli-mra/

    E ne ho ancora, volendo.

    Tu non sai niente di niente sull'argomento, prendi per affidabile e "amica degli uomini" la seconda forza più anti-maschile dopo il femminismo, quella che insegna agli uomini che debbono essere felici di accettare i figli altrui (la vicenda di San Giuseppe)...e quindi è assolutamente normale che uno ti "faccia la lezioncina"...
     
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27 replies since 31/3/2021, 16:58   1021 views
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