Molestia sessuale e carriera fulminea (Warren Farrell)

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    Esempio: La Harlequin Enterprises è una vecchia compagnia, ma fino all'inizio degli Anni Settanta non aveva avuto grande successo. Nel 1970 il ricavato delle vendite della società ammontava a soli 110.000 dollari. Nel 1980 si parlava di una cifra di 21 milioni di dollari. Un aumento del 20.000 per cento. A che cosa si deve questo aumento? Alla formula del romanzo rosa per la donna che lavora. Qual è la formula? Una protagonista che ha un impiego noioso o modestamente creativo suscita l'interesse del suo principale, più anziano di lei, ricco e attraente. Lei gli resiste ripetutamente. Allora lui le confessa la profondità del suo amore, il desiderio di felicità che verrà dopo, con il matrimonio.
    Come nel film Flashdance, il capo si interessa all'operaia. Per la legge, si configura una molestia sessuale, un uso improprio del potere. Quando lei gli resiste e lui insiste come accade nel film e nei romanzi della Harlequin, si tratta chiaramente di una forma di molestia sessuale.
    Perché in un caso si può parlare di molestia e in un altro di fantasia femminile? Quando una donna acquista un romanzo di questo tipo, il capo, dopo uno scontro di volontà, come in Flashdance, diventa l'uomo sul cavallo bianco (o sulla Porsche nera) che la catapulta verso una carriera più eccitante, aggiungendoci per soprammercato amore e matrimonio. Dato che ha sposato una fortuna, lei può a questo punto fare le proprie
    scelte. La lettrice può aver affrontato nella vita la realtà di un divorzio. La fantasia deve offrirle un'opportunità migliore di quella che le è costata la sofferenza del divorzio. La formula fa proprio questo: lei viene catapultata da lui a diventare indipendente. Ha in questo senso la possibilità di lasciare il rapporto da ricca, non da povera, con esperienze lavorative ai massimi livelli, non con la sola esperienza di segretaria.

    L'immagine fantastica della Harlequin sul mondo del lavoro include anche la valorizzazione di una persona per le sue capacità? Spesso. Come? Con l'applauso per le sue prestazioni sulla corda tesa, dove mostra indipendenza, coraggio e capacità. Ma c'è una rete di sicurezza sotto di lei, rappresentata dal supporto finanziario di lui. Dato che lei non la vede come rete di sicurezza, si sente giustificata quando critica il marito
    perché si preoccupa troppo del proprio lavoro. Nella fantasia non c'è mai traccia di una donna che debba mantenere economicamente il marito,
    La Harlequin non si ferma qui. La sua formula permette alla donna una fantasia di vero potere (eccitazione, indipendenza e sicurezza) senza dover lavorare duramente al punto di rischiare di perdere la femminilità.

    Che cosa fantastica di ottenere in cambio la lettrice? Sesso e forse bellezza. Ma nei suoi sogni riceve del sesso e il maschio è sempre bello. Lei sogna di ricevere sempre molto più di quanto non dia. Per esempio, non si dà mai, in queste fantasie, che l'uomo scelga d'andarsene. E non esistono fantasie in cui la donna lavora duramente per raggiungere il successo per poi incontrare un impiegato con il quale avrà una relazione e che poi catapulterà verso il successo, sposerà e proteggerà quando lui lascerà il lavoro per occuparsi della casa e dei figli.
    Come giustifica la donna questa discrepanza? Con una ferma convinzione che il proprio corpo vale più di quello dell'altro. Come la sua sessualità. In particolare se la donna è bella.
    Donne più «sofisticate» riescono a liberarsi da questa fantasia di proiezione fulminea nell'indipendenza? Alcune si, altre no. Playgirl ha intervistato alcune professioniste che sono <schiave dei romanzi rosa: una donna su tre legge più di 50 racconti l'anno».
    L'intervistatrice chiese a una donna che leggeva tra i quaranta ei cinquanta racconti il mese se avesse mai trovato un uomo che pensava di poter amare. La risposta fu un inequivocabile «no». Alla domanda: «Che lavoro fa da permettersi tanto tempo per leggere? Rispose: «Sono direttore di una compagnia d'assicurazioni e vicepresidente del gruppo»,
    «Avresti mai immaginato che ti saresti sentita cosi a tuo agio in un mondo di uomini? »
    Ripetutamente, quando si raffigurano donne che «ce l'hanno fatta» in un mondo maschile, c'è un'allusione alla sessualità e quasi sempre alla bellezza. Per esempio, notate la posizione di questa donna nella pubblicità di Calvin Klein sul New York del 4 aprile 1984.
    Notate che le gambe sono aperte; la donna giace sul dorso. Il viso non pare particolarmente concentrato su qualche decisione manageriale: <...così a tuo agio in unmondo di uomini».


    Edited by Deusfur - 18/4/2021, 03:02
     
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