"La moglie picchiata e la violenza ritenuta sexy" (Warren Farrell)

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    Ricordo che il testo da cui è tratto questo paragrafo è del 1988 (l'edizione italiana, quella USA credo sia del 1986).

    In cerca di Mr. Goodbar è il film che proiettò Richard Gere verso la fama e lo rese simbolo della violenza erotica. Eppure i due film che gli valsero la copertina di Newsweek come il sex symbol maschile per eccellenza comportavano un altro ritratto del sesso, della violenza, del rischio e anche della folle autodistruzione (All'ultimo respiro) per la capacità dell'attore di essere anche Ufficiale e gentiluomo. Gere fu capace di soddisfare entrambe le fantasie. Alla maggior parte degli uomini riuscirebbe difficile nella vita reale uccidere una donna (In cerca di Mr. Goodbar), essere ufficiale e gentiluomo, autodistruggersi (All'ultimo respiro) e diventare anche l'uomo copertina diNewsweek. Nella vita reale ci sono luoghi preposti a chi picchia le donne: le prigioni. Eppure la gran parte degli uomini non contesterebbe l'ondata di consensi femminili che Gere suscita. Nel 1986 il consenso giungeva dalle pagine della rivista Ms. in cui Gere compariva in copertina: intervistato da Gloria Steinem, veniva indicato come l'eroe degli ultimi Anni Ottanta.
    La violenza maschile viene dichiarata sexy non solo dai botteghini, dalle copertine di Newsweek, dai romanzi rosa di Danielle Steel con lan «il violentatore», ma anche da una scrittrice seria come Rosemary Daniell, che pubblicò nel 1985 il famoso A letto con i soldati. L'uomo macho, l'uomo che uccide e che «a volte esprime un tipo particolare di sciovinismo maschile> si scopre che affascina un certo tipo di femministe. Affascina sessualmente. Il libro viene pubblicizzato con la scritta «L'uomo macho è il Principe Azzurro dei nostri giorni?»
    Da un lato condanno questo atteggiamento che esalta un comportamento esecrabile e perseguibile come la violenza carnale. È un altro modo per dire: «Rischia la tua vita per me: sii uomo».) Dall'altro lato riconosco che c'è finalmente dell'onestà nel riconoscere i conflitti che stanno dentro di noi. Entrambi i sessi devono iniziare a riconoscere i propri conflitti interni se vogliamo liberarci dello stupro come delitto sociale. Al giorno d'oggi le ragazze non si debbono preoccupare della propria «reputazione» e delle cose di cui noi ci preoccupavamo, non è vero?
    Le trame dei romanzi dedicati alle ragazze non ancora adolescenti la dicono lunga sulla socializzazione della sessualità femminile e sui ruoli riservati agli uomini. Le ragazze leggono queste cose più sistematicamente dei ragazzi. In The Wrong Kind of Girl, l'allegra Annie si rende conto che se agirà con leggerezza guasterà l'immagine delle ragazze che come lei sono supporter della squadra locale e che una cosa sola rovinerà la sua bellezza e le sue qualità: una cattiva reputazione. La ragazzina impara che se non starà attenta verrà distrutta psicologicamente dalle altre compagne (verrà rifiutata) e scopre così l'esistenza di una specie di mafia femminile.
    Ma in questo tipo di romanzi i ragazzi sono rispettosi delle ragazze più caute con il sesso? E le ragazze sono maggiormente attratte da quei ragazzi che sembrano sensibili alle loro cautele? Non mi sembra proprio. Nei romanzi d'avventura l'uomo si scontra con la natura e con la morte, in quelli tipo The Wrong King of Girl la ragazza deve affrontare il sesso e il maschio. È il ragazzo che non crea tensioni del genere non è degno d'essere desiderato dalla protagonista femminile. Il gioco vecchio come il mondo è quello in cui la ragazza fa sì che ci siano sempre dei ragazzi che la inseguano senza mai concedersi. Un gioco che permette a questi romanzi vendite superiori di quelli più seri. Un gioco che inizia a undici anni. Continua all'università? E quanto dura?


    La mafia femminile

    La preoccupazione per la reputazione è scaduta, perlomeno nei college? Negli Anni Sessanta sembrava così. E anche adesso sembra così, visto che molte ragazze appena entrano al college si lanciano nei giochi erotici. Ma una mia assistente, Michie, mi spiegò che, dopo essersi data brevemente a questi giochi, venne immediatamente etichettata come puttana e dovette fare marcia indietro. Sapevo di storie dove una ragazza veniva ripresa pubblicamente non da qualcuno dell'istituzione universitaria bensì dalle altre ragazze più attraenti e conosciute: la mafia femminile. Cominciai a capire che questa baldoria era un breve periodo in cui le ragazze recitavano la retorica della libertà sessuale, illudendosi che fino a quel momento fosse stata loro interdetta solo dalla vicinanza dei genitori e della mafia femminile delle scuole superiori. Ben presto però scoprivano che anche nei college c'era la «mafia». E una mafia che viene alimentata a sua volta da una mafia maschile. Paul, uno studente con quattro anni d'anzianità, mi descrisse come i ragazzi si passavano l'un l'altro giudizi su certe ragazze ritenute troppo «brutte» o «beghine», Paul si era interessato a due ragazze che facevano parte di queste categorie e ammetteva che in uno dei due casi aveva deciso di non frequentare la ragazza per non esser soggetto all'irriverenza e alle battute dei compagni. Da notare che la mafia maschile censura i ragazzi che scelgono ragazze non abbastanza attraenti, perché l'uomo offrirebbe in cambio quel che ha per troppo poco. Le mafie dei due sessi controllano i loro membri non permettendo loro di dare senza ricevere in cambio parte della fantasia primaria.
    «No» significa «forse», significa «si»... forse.
    Se vi è possibile, rivedete film come Brivido caldo e Il verdetto e osservate il modo in cui una donna viene avvicinata da un uomo. Lei si comporta apparentemente come se non fosse interessata a lui. A un certo punto, sono a letto assieme. Com'è possibile? In realtà, più tardi scopriamo che lei gli dava già la caccia, ancor prima di incontrarlo, persino quando diceva «no». Impariamo che «no» può voler dire «sì». In entrambi i casi lei poteva dire di no solo perché era bella, sexy e allusiva e contava sulla capacità di lui di cogliere quei suoi cenni subliminali che lo avrebbero spinto a insistere, senza rendersi conto di quanto tutto ciò lo avrebbe reso vulnerabile.


    Lo stupro istituzionalizzato

    Quando si insegna a una ragazzina dodicenne di lasciare che le sfumature dicano sì quando le parole dicono no; quando la violenza è sexy; quando i ragazzi che hanno accesso alle ragazze più attraenti sono proprio quelli che tentano più duramente di rompere le barriere della moralità e della reputazione; quando scrivere di un «violentatore!>> significa incrementare le vendite dei romanzi di Danielle Steel; quando New Woman ti dà consigli sul potere della seduzione... quando tutto ciò rientra nella quotidiana opera di socializzazione non c'è da stupirsi se una ricerca scopre che il 54 percento dei ragazzi e il 42 percento delle ragazze ritengono che sia giusto forzare una ragazza a far l'amore in certe circostanze. C'è invece da arrabbiarsi quando Cosmopolitan, dopo aver promosso la seduzione, strilla: «Lo stupro della società: quando la seduzione si fa orrore». Chi vogliamo prendere in giro quando ci stupiamo del fatto che l'America ha uno dei tassi di violenza sessuale più alti del mondo? Le istruzioni per diventarlo le troviamo in qualsiasi salotto ogni momento.

    Edited by Deusfur - 4/4/2021, 05:58
     
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