Questo non è un colletto ecclesiastico
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Ho trovato questo articolo.
Molto spesso tendo a sottovalutare la portata dell'ansia data da un'eccessiva opportunità di scelta.
https://changes.unipol.it/well-being/socia...6ezNll1yaH9mdzg
"Anche nella nostra vita sociale, il consumo è diventato il solo fine, il solo oggetto dei rapporti interpersonali, l’atto conclusivo di un processo che conduce all’erogazione di un’apparente ricchezza: quella di diventare, a nostra volta, l’oggetto più desiderabile tra tanti oggetti desiderabili. La persona “più scelta” tra tante. Anche in questo campo, dunque, siamo diventati dei consumisti: scegliamo di stringere relazioni seguendo lo stesso criterio con cui acquistiamo i beni, ovvero optando per ciò che può distinguerci e contribuire a innalzare il nostro status (e quindi, la nostra desiderabilità).
Il paradosso è naturalmente lo stesso che attraversa la logica consumista: la nostra libertà, apparentemente garantita dalla possibilità di scelta tra tanti e differenti prodotti (o persone) presenti sul mercato, non è altro che un adeguamento a un modello precostituito; è l’obbligo di dover sempre scegliere qualcosa o qualcuno che sia più adatto a costruire la nostra immagine, a differenziarci e a distinguerci. I beni si possono accumulare e poi scartare, così come – purtroppo – le persone; anzi, il consumatore, per essere davvero tale, deve sempre liberarsi di ciò che ha consumato.
Se ne abbiamo la possibilità, per non essere costretti a scegliere un solo paio di scarpe, ne acquistiamo due o tre o dieci, decidendo solo all’ultimo momento quale indossare, a seconda della situazione. Allo stesso modo, per non essere costretti a scegliere una sola persona, una sola opzione, prendiamo impegni su più fronti, posticipando la nostra decisione: due, tre o dieci appuntamenti fissati per una serata, prediligendone uno – il migliore – solo dopo aver esaminato un insieme di alternative. E manchiamo a tutti gli altri con una leggerezza ormai priva di sensi di colpa, quasi del tutto accettata e accettabile socialmente. A volte non troviamo neanche più scuse: – Sai com’è… . Così fan tutti. "
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